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Bari, San Paolo diventerà un quartiere-museo a cielo aperto

 
Fulvio Colucci

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Fulvio Colucci

Bari, San Paolo diventerà un quartiere-museo a cielo aperto

Un progetto concepito dall’Arca cambierà la pelle al rione con Murales sulle facciate delle palazzine popolari

Giovedì 20 Agosto 2020, 14:47

15:27

BARI - Potremmo chiamarla già la «rivoluzione culturale» del quartiere San Paolo, sapendo che il progetto concepito dall’Arca (l’Agenzia ex Iacp che gestisce il patrimonio dell’edilizia residenziale pubblica) cambierà la pelle al rione, iniziando dalle facciate delle palazzine popolari.

Una sola cosa è certa, per questa idea agli albori sostenuta dal Comune: genererà appunto una «rivoluzione» molto, molto colorata. E renderà uno dei simboli della periferia barese «quartiere-museo» dandogli lo stesso respiro artistico di una popolare località della periferia di Roma: Tor Marancia, quartiere raccontato da scrittori come Alberto Moravia, immortalato nelle immagini finali di Anna Magnani, «Mamma Roma», alla disperata ricerca del figlio morto, nel capolavoro cinematografico di Pier Paolo Pasolini.

Sì, il quartiere San Paolo non vanterà un così robusto pedigree culturale con le sue suggestioni, ma è emblema di tutta l’energica vitalità della periferia barese. Se ne sarà accorto, durante il suo sopralluogo, Ledo Prato, esperto di politiche culturali, segretario generale dell’associazione «Mecenate 90» e padre del progetto di rivitalizzazione di Tor Marancia chiamato «Big City Life» che aveva, come obiettivi, la riqualificazione urbana, sociale e culturale del quartiere e che, per lo spessore artistico delle opere, vanta la partecipazione alla Biennale di Venezia del 2016.
A Roma il progetto di Prato ha fatto sbocciare 22 murales sulle facciate di altrettante palazzine popolari che ospitano 500 famiglie. È nato così il «Museo condominale di Tor Marancia». Ora l’Arca vuole replicare l’esperienza artistica al quartiere San Paolo, facendo partire quella «rivoluzione culturale» che avrà la sua prima arma nei colori.

Ledo Prato parteciperà al nuovo incontro - il primo si è svolto a fine luglio - con i responsabili dell’Arca, a partire dall’amministratore unico Giuseppe Zichella. In quella circostanza, si presume alla fine del mese di agosto o nei primi giorni di settembre, dovrebbero essere presentati ai tecnici dell’Arca e al Comune le bozze dei murales da realizzare sulle facciate delle case popolari di via Saverio Altamura, via Giacomino Pugliese, via Beethoven, via Miglionico, nei pressi del parco di viale delle Regioni.

Fino ad allora sappiamo che, oltre all’ispirazione «romana» ci sono altri stimoli all’azione che derivano, per esempio, da quanto fatto sul lungomare di San Girolamo con l’installazione artistica di Jasmine Pignatelli dedicata all’arrivo della nave Vlora nel 1991 (la riproduzione sulla facciata di un palazzo dell’Arca dei segnali morse , in soccorso dei profughi albanesi, inviati dal sindaco Dalfino l’8 agosto di 29 anni fa) o dallo stesso murales con l’immagine di San Nicola, realizzato a San Paolo in maggio durante i festeggiamenti per il patrono.

L’obiettivo dell’Arca è ovviamente quello di accrescere e migliorare la vivibilità del quartiere. Per questo, oltre alle installazioni artistiche, per il recupero delle facciate degli edifici, si vogliono realizzare, con l’autorizzazione del Comune, piccoli centri di ristoro e ludoteche, riguadagnando anche spazi dove gli anziani possano incontrarsi e socializzare.
Tutto questo con il contemporaneo avvio di lavori di ristrutturazione dei marciapiedi, cura e potenziamento del verde pubblico, miglioramento della viabilità. «La rivoluzione culturale» al quartiere San Paolo sarà coloratissima.

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