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Caos calmo a Ginecologia, il Policlinico di Bari corre ai ripari

 
g. flavio campanella

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g. flavio campanella

A Ginecologia ho visto medici disperarsi

Solo sei posti in area grigia e penuria di organico: si va verso il potenziamento. L’arrivo contemporaneo di due partorienti positive ha messo in affanno il reparto. Gli infermieri respingono gli addebiti

Mercoledì 12 Agosto 2020, 15:24

BARI - Il Policlinico di Bari corre ai ripari. L’area grigia del reparto di Ginecologia e Ostetricia è ora blindata e isolata, in attesa di essere potenziata (ieri riunione in direzione generale). Dopo le polemiche per la gestione delle partorienti risultate positive (una barese arrivata venerdì scorso e una extracomunitaria giunta sabato), sono per ora deserte anche le stanze dei medici (qui peraltro confluiscono di solito pazienti anche per altre patologie ginecologiche) in modo da ridurre il più possibile gli assembramenti e scongiurare i comportamenti incauti già descritti dalla Gazzetta («una signora, ignorando di essere potenzialmente infetta, se ne andava a spasso in ciabatte, anche senza mascherina»). Attualmente, laddove c’era una affluenza che costringeva le donne in gravidanza ad attendere la sistemazione sedute oppure distese sulle barelle, l’emergenza è rientrata, grazie alla riapertura del reparto omologo al Di Venere (chiuso temporaneamente per un altro caso di positività) e allo spostamento delle pazienti al Miulli a causa della mancanza di posti letto. Ma resta un non trascurabile aspetto. «In questo momento al terzo piano - spiega un operatore -, oltre al blocco parto, abbiamo a disposizione nell’area grigia (la degenza è al primo piano - n.d.r.) tre stanze per due pazienti ciascuna. Mi sembra evidente che, la compresenza in un ambiente possa rappresentare un fattore di rischio».

RISENTIMENTO - Il Sars-CoV-2, lesto a colpire alla minima opportunità, oltre a essere molto invadente, se ne infischia delle contingenze, delle coincidenze e delle eventuali falle dei presidi ospedalieri. Ha la subdola capacità di insinuarsi, mettere in crisi il lavoro dei sanitari e, da buon mietitore, di seminare zizzania nei reparti, come avvenuto nei giorni scorsi. Presa di mira per il presunto comportamento di una collega (avrebbe indossato una mascherina chirurgica, anziché la FFP2 d’obbligo) la categoria degli infermieri si è risentita, non tanto per l’episodio (in realtà non smentito), ma per le condizioni in cui è spesso costretta a operare. «I fatti emersi circa l'episodio relativo alle procedure di pre triage non effettuate correttamente a Ginecologia - afferma Saverio Andreula, presidente dell’Ordine degli infermieri di Bari - necessitano di alcune precisazioni: innanzitutto non risponde al vero che il personale infermieristico di accettazione non indossi i dispositivi di protezione individuale forniti. Vero è invece che l’area grigia predisposta a Ginecologia accoglie contestualmente nelle stanze di degenza da uno a tre ospiti, circostanza ovviamente contraria alle disposizioni di legge, e che l’accesso all’area grigia non ha controlli, è sede delle stanze dei medici, del magazzino ed è quindi costantemente violata. Inoltre, l’attuale dotazione organica di ostetriche non è sufficiente a garantire i turni di servizio, tanto che gli infermieri si trovano nelle condizioni di dover svolgere attività non di pertinenza».

ORGANICO - Nel reparto diretto dal professor Ettore Cicinelli, con l’attuale organico in sostanza si riesce a malapena (complici riposi, ferie ed eventuali malattie) a coprire i tre turni: un infermiere e un’ostetrica al mattino, altrettanti di pomeriggio e soltanto un infermiere di notte, tanto da essere necessario nottetempo lo spostamento di un medico da altri reparti. A quanto pare il rinforzo ci sarà, e consentirà perlomeno di gestire meglio il lavoro. La penuria di personale, però, resta ed è stata di fatto, secondo i sanitari del reparto, il motivo principale di quanto accaduto nei giorni scorsi. «Va ricordato - spiega un operatore - che durante il lockdown il terzo piano di Ginecologia era uno di quelli adibiti ad area Covid. Conclusa l’emergenza (con l’azzeramento al Policlinico dei casi - n.d.r.), la direzione ha disposto sostanzialmente il ritorno alla normalità, individuando alcune aree grigie (al Pronto soccorso e a Medicina interna - n.d.r.). Anche da noi è stato necessario averne una, ma c’è stata una commistione che si sarebbe potuta evitare utilizzando degli spazi adiacenti che sono stati chiusi proprio a causa della mancanza di personale». L’orientamento, però, è appunto riconsiderarli per ampliare l’area grigia. Ovviamente rafforzando l’organico.

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