Sabato 06 Settembre 2025 | 23:09

Bitonto, sorpreso dai carabinieri mentre appicca il fuoco

 
Giovanni Longo

Reporter:

Giovanni Longo

Bari, sorpresi a bruciare rifiuti in campagna: denunciati un 58enne e 36enne

Bitontino di 59 anni finisce ai domiciliari accusato di incendio

Martedì 11 Agosto 2020, 15:26

BARI - I carabinieri lo hanno sorpreso con un accendino in mano. Nulla di male se avesse solo acceso una sigaretta. «Posizionatosi in un punto a favore di vento, riparato da un muro», invece, l’uomo «appiccava il fuoco alle sterpaglie» su un terreno incolto e abbandonato «sul quale era insediata una famiglia di etnia rom che viveva in quattro baracche di legno», è scritto nel capo d’imputazione. Per fortuna, le fiamme, «che si propagavano a grande velocità per il forte vento che spirava da nord ovest», hanno solo lambito l’insediamento, distruggendo una delle quattro baracche, situata a 150 metri di distanza dal punto d’innesco.

Con l’accusa di incendio che, ricordiamo, prevede come pena la reclusione da tre a sette anni, è stato arrestato Gaetano Abbadessa, bitontino di 59 anni, colto sul fatto dai carabinieri. L’episodio, che avrebbe potuto avere conseguenze gravissime, è avvenuto nelle campagne di Bitonto il 7 agosto. Un periodo non facile quello estivo per i roghi. Quattro giorni fa, ricordiamo, un altro devastante incendio, era divampato a Lama Balice.
Vediamo più nel dettaglio la vicenda per come è stata ricostruita dal gip del tribunale di Bari, Francesco Agnino. Dopo avere convalidato l’arresto eseguito dai carabinieri, che hanno «operato legittimamente», il magistrato ha disposto a carico di Abbadessa, assistito dall’avvocato Nicola Quaranta, la misura cautelare dei domiciliari. Il pm Michele Ruggiero, titolare del fascicolo, aveva chiesto il carcere.

Nel corso di un servizio di prevenzione dei reati come l’incendio, i carabinieri della Stazione di Bitonto si sono insospettiti per un furgone bianco parcheggiato sul ciglio della strada. Scesi dall’auto di servizio, poco distante da lì, hanno notato chi poi hanno identificato in Abbadessa, piegato su se stesso, dietro un muro, a favore di vento, intento a fare qualcosa con le sterpaglie di un terreno abbandonato. Alla vista dei militari, l’uomo ha provato a raggiungere in tutta fretta il furgone. Fermato, aveva con sé nella mano destra l’accendino incriminato «con l’estremità ancora calda».
«L’indagato alla vista delle fiamme che si stavano propagando con grande velocità - riassume il giudice - dichiarava nella immediatezza di avere appiccato il fuoco per pulire il terreno di sua proprietà ed anche per allontanare una famiglia rom ivi presente».

I Vigili del fuoco sono intervenuti prontamente sul posto. Dopo la faticaccia di quattro giorni prima, sono stati costretti a un altro super lavoro: quattro lunghissime ore ci sono volute per domare altre fiamme divampate su una superficie di due ettari. Un incendio, quello di venerdì scorso che sarebbe stato provocato dall’accendino bic di colore celeste di Abbadessa il quale, nel corso dell’interrogatorio a seguito dell’udienza di convalida dell’arresto, ha sostanzialmente ammesso l’addebito.
«Non vi sono elementi di dubbio sulla circostanza che l’Abbadessa ha appiccato un incendio in una zona caratterizzata da terreni incolti, ma limitrofa ad un insediamento di baracche occupate da un nucleo famigliare di origine romena, tenuto conto che lo stesso è stato visto dai carabinieri appiccare il fuoco». Nell’ordinanza si sottolinea anche il pericolo di «recidivazione sia in relazione alla gravità del fatto, sia in relazione alle particolari modalità di accensione del fuoco» dal momento che le fiamme sono state appiccate «in prossimità di uno stanziamento di persone rom con area cespugliata ed erborata che avrebbe potuto aumentare esponenzialmente la capacità distruttiva delle fiamme». Il giudice, infine, sottolinea la «spregiudicatezza» della personalità dell’indagato accusato di avere commesso un «crimine che, specialmente in questa stagione dell’anno, desta così allarme sociale».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)