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Il mondo finalmente guarito in un murale a Putignano

 
Palmina Nardelli

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Palmina Nardelli

Il mondo finalmente guarito in un murale a Putignano

Lungo 70 metri, dipinto dagli artisti Curci e Loliva su una parete dello stadio

Mercoledì 29 Luglio 2020, 18:30

PUTIGNANO - I murales «irrompono» nella città del Carnevale. Merito di due artisti: Davide Curci, di 35 anni, e Stefano Loliva Bora, di 29. Putignanesi entrambi, hanno rinunciato al naturale compenso della loro opera, chiedendo all’amministrazione comunale solo l’autorizzazione necessaria per realizzare il loro progetto artistico, sul muro perimetrale esterno del late Est dello stadio «Torino 49».

Un murale molto bello, dai colori vivaci, che potrebbe diventare anche un punto di richiamo quando sarà completato nella totale lunghezza del muro (70 metri per 2 di altezza). Il murale è una composizione pittorica, di solito molto grande, realizzata su facciate di case o pareti murarie, a carattere figurativo o astratto.
Obiettivo dei due autori è recuperare l’arte come fruizione comunicativa più popolare e immediata, utilizzando come supporto un muro dove la raffigurazione gioca con la rugosità della superficie, con le innumerevoli interruzioni che una facciata di vecchia costruzione può presentare.
Stefano Loliva Bora, professione tatuatore, dichiara candidamente: «Nella pittura sono un autodidatta». Dopo la maturità scientifica scopre il mondo della cartapesta, frequentando il capannone del maestro Deni Bianco (plurivincitore del concorso dei carri allegorici di Carnevale), al punto che si scopre «dentro» una voglia matta di colorare la sua città. Desiderio realizzato con Davide Curci che, invece, ha percorso l’intero ciclo di studi dell’arte, avviato per pura passione, che lo hanno portato a laurearsi all’Accademia.
Davide si definisce, senza falsi pudori, «un artista al cento per cento, che cerca di fare «tutto quello che la pittura mi permette».

«Per realizzare il nostro murale - spiegano in coro - ci siamo ispirati alla drammatica realtà in cui siamo inaspettatamente precipitati con la pandemia. Abbiamo legato il nostro progetto all’eterna lotta tra il bene e il male, in questo caso il coronavirus, attingendo alla classica allegoria di San Giorgio che lotta contro il drago malefico. Prolungando sulla facciata il nostro lavoro, abbiamo aggiunto un viso di donna, a simboleggiare una Madre Natura che stanca e irretita si ribella a una umanità sempre più egoista e, stizzita, ribalta l’ordine delle carte in tavola».
Davide e Stefano lasciano al pubblico una libera interpretazione della loro opera, dove ognuno può vederci quello che preferisce.

«Siamo soddisfatti del risultato ottenuto finora - affermano - grazie a un’amministrazione che, subito propensa, non ci ha imposto alcun vincolo né ostacolo».
Aspetto quest’ultimo confermato dal vicesindaco Sandro Daprile, assessore ai Lavori pubblici: «La loro - spiega - è stata un’idea di freschezza, di colore e di decoro che ci hanno spiegato in anteprima, mostrandoci un “rendering” della loro operazione artistica. Se vorranno, potranno continuare a dipingere l’intera ala del glorioso “Torino 49”. Saremo sempre disponibili nei loro confronti, come in questa prima fase d’avvio, che ha avuto il sostegno concreto dell’azienda locale “Resina Color”, la quale ha fornito gratuitamente tutto il materiale. Il loro impegno - aggiunge Daprile - rimarrà sicuramente un bell’esempio di rigenerazione urbana offerta alla comunità che, ci auguriamo, lo possa ammirare e apprezzare».

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