RUTIGLIANO - Non bastavano l’emergenza sanitaria in atto e le gelate di marzo: a dare il colpo di grazia all’agricoltura del Sud Est barese ci hanno pensato le trombe d’aria, con vento sciroccale oltre i 25 nodi, che nei giorni scorsi hanno in gran parte azzerato la produzione di ciliegie e sollevato i vigneti di uva da tavola dal suolo, strappando via tralci e teloni di copertura, provocando danni per diversi milioni di euro.
È desolante la vista delle campagne in quest’area dell’entroterra barese, vocata alla produzione agricola d’eccellenza esportata in tutto il mondo.
Dopo le gelate di marzo, che avevano già causato la perdita del 70 per cento delle ciliegie primizie Bigarreau tra Conversano, Castellana, Santeramo, Putignano, Gioia del Colle, Cassano, Casamassima e Turi, i mulinelli di vento hanno spazzato via diversi tendoni tra Rutigliano e Noicattaro, i principali centri pugliesi di produzione di uva da tavola.
La Coldiretti di Puglia ha già chiesto l’attivazione delle verifiche tecniche da parte dell’assessorato regionale all’Agricoltura per la dichiarazione dello stato di calamità.
Per Savino Muraglia, presidente regionale di Coldiretti, si tratta della «ennesima campagna disastrosa in Puglia». Una situazione che «mette in pericolo le forniture alimentari alle famiglie italiane in piena emergenza coronavirus», spiega in una nota la Coldiretti, evidenziando che «siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente».
Per Coldiretti, «l’agricoltura pugliese per effetto dei cambiamenti climatici ha perso più di 3 miliardi di euro nel corso del decennio tra produzione agricola, strutture e infrastrutture rurali».