CASTELLANA - Quando un uovo ti salva la vita. Ai tempi del Covid-19 la storia che stiamo per raccontare può apparire come la più classica delle “furbate”. Invece è un’insolita “pet story” (questa volta l’inglese suona decisamente meglio di «storia d’animali da compagnia») in cui protagonista è una gallina ovaiola. Nel delirio collettivo di gente che ha particolarmente sfruttato il cane di proprietà per evadere dalle mure domestiche in epoca di lockdown, la visione – a Castellana nella solitamente trafficata via per Putignano, nei pressi della chiesa parrocchiale della Madonna del Caroseno – di una signora dall’apparente età di circa 75 anni con una gallina al guinzaglio ha inevitabilmente suscitato ilarità e generato videoriprese che hanno invaso gli smartphone di mezza città.
Invece, approfondendo la ricerca, emerge che quella relazione fra donna e gallina è consolidata dal tempo e che la signora, residente solitaria nella sua casa, nella vicina via Domenico Cotugno, graziosa stradina della parte più recente del borgo antico, ospita l’ovaiola nella rimessa adiacente dalla quale da mesi si sposta per raggiungere, con l’animale al guinzaglio che può così beccare come fosse in un’aia, l’adiacente parcheggio di via Poerio in cui insisteva, fino a qualche anno fa, una stazione di servizio per il rifornimento di carburanti.
Quella di ospitare animali domestici come il pollame era un’abitudine tanto diffusa nei decenni passati quanto insolita al giorno d’oggi e nel caso della protagonista di questa storia ha un aneddoto particolarissimo. Stando a quanto rivelato da conoscenti le sarebbero state donate due galline ovaiole. Constatato lo scarso rendimento in termini di uova, la signora ha deciso di sacrificarne la prima per un brodo succulento. Sarà forse stata la paura di un destino analogo, certo è che la seconda gallina all’indomani ha posato il suo primo uovo, scelta più che mai provvidenziale: da allora la signora e la gallina sono diventate amiche inseparabili.