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Cig, in 40mila ancora senza soldi. A Bari la disperazione dei precari

 
MARCO SECLÌ

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MARCO SECLÌ

Cig, in 40mila ancora senza soldi. A Bari la disperazione dei precari

Nonostante gli sforzi di Regione e Inps, nuovo allarme per i drammatici ritardi nel pagamento della cassa integrazione. Boccuzzi (Cisl): «Le istituzioni premano sulle banche»

Mercoledì 06 Maggio 2020, 13:39

Alle buone intenzioni non corrispondono ancora azioni in grado di arginare le difficoltà. E, col passare dei giorni, il disagio sociale aumenta. Ne danno prova le manifestazioni di protesta che si susseguono, gli appelli (l’ultimo lo riportiamo nella pagina a lato) di chi è allo stremo.

A due mesi dal blocco delle attività causa Covid-19, molti, troppi lavoratori non hanno ancora visto un euro dei promessi ammortizzatori sociali.

Restano drammatici, in particolare, i dati della cassa integrazione guadagni in deroga (ma anche quelli del Fis sono preoccupanti). Un dato per tutti: secondo le stime su numeri del 4 maggio, tra Bari e provincia solo 2.246 lavoratori, sui 41.124 interessati, sono stati pagati dall’Inps. Quasi quarantamila persone, precisamente 38.878 famiglie, restano in attesa e intanto si arrangiano come possono.

Nonostante gli sforzi innegabili e il potenziamento del personale, la Regione e l’Inps, alle prese con la valanga di domande, non riescono a smaltire le pratiche in tempi adeguati ad alleviare la sofferenza di chi dall’oggi al domani è stato «esonerato» dal lavoro.

Per fare il punto della situazione, Cgil, Cisl e Uil hanno incontrato la direzione provinciale dell'Inps di Bari. È stata riscontrata un’accelerazione rispetto alla fase precedente: al 24 aprile, infatti, le domande per la Cig in deroga definite tra Bari e provincia erano appena 811 per 581 lavoratori pagati, una media di 0,7 lavoratori ad azienda.

Dopo dieci giorni, le pratiche evase sono passate a 1.705 (12.762 le domande delle imprese baresi pervenute alla Regione). Considerando i giorni lavorativi dal 24 aprile al 4 maggio, ossia quattro giorni, sono passate a 223 al giorno le pratiche istruite dall'Inps, da cui discendono i 2.246 che presumibilmente hanno ricevuto l’accredito sul conto corrente.

Meglio di prima, ma non può bastare, se la bellezza di oltre 38mila lavoratori restano in attesa dei soldi per tirare avanti. E il rischio di un’esplosione del conflitto sociale diventa più alto ogni giorno che passa. Anche perché, se i dati della Cassa integrazione ordinaria sono più confortanti (1.705 domande autorizzate sulle 1.807 pervenute), anche il Fondo di integrazione salariale, che dà il sostegno economico al personale del terziario, sconta una grande lentezza nella definizione delle pratiche e quindi dei pagamenti: al 4 maggio, delle 2.504 domande delle aziende baresi ne sono state autorizzate solo 413.

Oltre alla mole mai vista di richieste, i ritardi nei pagamenti sono legati alle procedure per ottenere la Cassa in deroga, aggiornate in ritardo rispetto a quelle della Cigo e che necessitano di una fase di formazione del personale. Poi, va fatta una puntuale verifica dei codici Iban dopo il via libera alla domanda e, nella fase successiva, bisogna attendere la validazione da parte delle banche, non sempre pronte a risposte immediate. Insomma, nonostante la buona volontà, l’iter farraginoso ostacola la celerità.

La Regione Puglia e l’Inps hanno ribadito il massimo impegno per velocizzare le pratiche, ma è difficile che possano fare miracoli.

Il segretario generale della Cisl Bari, Giuseppe Boccuzzi, che da tempo ha sollevato il problema, torna a lanciare l’allarme: «Il dramma del ritardo del pagamento degli ammortizzatori sociali è sotto gli occhi di tutti, se poi parliamo della cassa integrazione in deroga siamo ad una situazione che diventerà a breve una polveriera sociale. Tutte le rassicurazioni, che ci giungono da Inps regionale e provinciale e dalla Regione Puglia, per dare una risposta concreta a queste attese, ci lasciano ancora perplessi, visto il trend dei dati delle ultime settimane».

Ma allora, di fronte all’impossibilità di smaltire le pratiche in tempi rapidi, quale può essere una soluzione per fare arrivare al più presto i soldi alle famiglie? «Bisognerebbe - sostiene Boccuzzi - che l'accordo con le banche per anticipare l'integrazione salariale possa essere maggiormente valorizzato e utilizzato dai lavoratori, chiedendo alle istituzioni locali di spingere sugli istituti di credito per agevolare la prassi amministrativa delle pratiche». Il sindacalista teme la reazione dei lavoratori che potrebbero percepire gli ulteriori ritardi come un segnale di disinteresse nei loro confronti. E suona la sveglia: «Se, a quasi due mesi dalla sospensione dei rapporti di lavoro - osserva - ci sono ancora 40mila lavoratori e lavoratrici in Cig in deroga tra Bari e Provincia, che sono letteralmente allo sbando, significa che la responsabilità è tutta sulle spalle di chi doveva, deve e dovrà fare che queste persone non restino illuse da annunci e date di pagamento puntualmente non confermate dalla realtà».

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