TURI - «Qualcosa non mi quadra. Ho dovuto acquistare mascherine, guanti, tutto il necessario a spese della nostra azienda. Ho speso 15mila euro ed ora la protezione civile mi invia una nota annunciandomi che c’è un prezzario per i Dpi. Le sole mascherine chirurgiche costano 0,62 euro ossia 12 centesimi ciascuna in più rispetto a 0,50 euro fissato nell’ordinanza del commissario straordinario per l’emergenza Covid». Pierangelo Pugliese direttore della Fondazione Mater domini guida la Rssa Mamma Rosa di Turi.
Racconta l’intricata vicenda che si dipana attraverso un carteggio tra Regione, Protezione civile e Asl Bari. Tutto inizia con il decreto legge del 2 marzo scorso che tra l’altro incarica la protezione civile di garantire l’acquisizione dei dispositivi individuali di sicurezza in ospedali e case di riposo e disporre pagamenti anticipati delle forniture. Il 17 marzo interviene anche il testo unico di sicurezza sul lavoro che impone l’uso di sistemi di protezione individuale per medici e operatori sanitari. Quindi, il copricapo, occhiali o visiera, mascherine di differenti tipologie, camice anch’esso di differente tipologia, copriscarpa, calzari e guanti. Pugliese il 28 marzo 2020 chiede di inserire la Rssa Mamma Rosa «nell’elenco delle strutture sanitarie che hanno diritto alla fornitura di dpi». La protezione civile pugliese invia una nota a firma di Mario Lerario, ai direttori generali Asl e al capo dipartimento delle politiche della salute, Vito Montanaro. «La protezione civile e i soggetti attuatori individuati, e per la Puglia il presidente della Regione, sono autorizzati nell’ambito delle risorse disponibili per la gestione dell’emergenza a acquisire Dpi e a disporre pagamenti anticipati». Il 26 aprile scorso, l’ordinanza numero 11 firmata da Domenico Arcuri, commissario straordinario per l’emergenza Covid. Si compone di un unico articolo che fissa a 50 centesimi il prezzo di una singola mascherina da vendere ai cittadini.
Nella nota della protezione civile indirizzata alle Asl perché si adempia al termine, c’è una sorta di prezzario. «Mascherine chirurgiche 0,62 euro; mascherine FFP2 3,82 euro; visiere protettive 4,20 euro; tute tipo Tyvec 26 euro; occhiali di protezione a maschera 6,20 euro; tute di protezione per rischio biologico per zona rossa 18 euro; guanti in nitrile 3 euro (confezione da 100; soprascarpe a stivale 3,20 euro al paio; mascherine FFP3 3,50 euro; camici sterili 11 euro. Le richieste vanno inviate alla sala, operativa della protezione civile». Asl si dice pronta ad adempiere ma esprime perplessità circa «la cessione a terzi a titolo oneroso di materiale in transito (poiché acquistato direttamente dalla protezione civile); la possibilità di recuperare le somme a valere dai rapporti convenzionali in essere con le singole strutture; vi è carenza e i dpi dovrebbero essere consegnati a tutte le strutture». Infine: «La difformità di prezzo di 0.62 euro per le mascherine chirurgiche rispetto all’ordinanza del commissario straordinario Domenico Arcuri che fissa il prezzo in 0,50 euro il prezzo massimo di vendita al consumo». Dice Pugliese: «Il prezzario non ci ha colti di sorpresa. Infatti, si erano tenute riunioni in precedenza via telematica con la Regione ed eravamo stati informati sull’esistenza di costi che avremmo dovuto sostenere noi, a carico dei nostri bilanci». Aggiunge: «Mamma Rosa è accreditata con il sistema sanitario regionale». I dpi non vengono distribuiti. Conclude: «Alla luce delle perplessità dell’Asl penso che non si possa vendere mascherine alle strutture sanitarie a 0,62 euro. Ossia 12 centesimi in più rispetto a quello indicato dal governo» Mamma Rosa ha 49 dipendenti e 54 ospiti. Rivela: «Nel cuore della epidemia abbiamo pagato le FP3 15 euro l’una. Adesso una mascherina ci costa 3,80 euro. Finora per questi dpi ho speso circa 15mila euro in due mesi. Ci hanno già annunciato che queste spese non saranno rimborsate. Hanno bloccato i ricoveri giustamente. Mamma Rosa ha adesso 6 posti vuoti, mai accaduto. Ogni posto costa 93 euro al giorno secondo le tariffe regionali. In due mesi ho perso 18mila euro al mese che diventano 36mila euro in due mesi. Se aggiungiamo i 15mila euro di dpi acquistati io ho perso 50mila euro».