LOCOROTONDO - In provincia di Bari sono solamente due i Comuni senza contagi da coronavirus: Locorotondo e Poggiorsini. L’attenzione resta comunque altissima perché, come affermato dal prof. Pier Luigi Lopalco, responsabile del coordinamento emergenze pandemiche della Regione, «l’assenza di casi in un territorio non vuol dire che il virus non sia presente su quello stesso territorio».
Le case di riposo, terreno fertile per il virus. A Locorotondo esistono due Rsa (Residenze sanitarie assistenziali) con più di 100 pazienti e decine di operatori. La cura dei dettagli in questi giorni è maniacale. Ogni angolo viene costantemente sanificato e il personale sottoposto a norme rigide di comportamento.
La Rsa «Villa Argento» si trova in pieno centro, nello stabile dove prima sorgeva l’ospedale. Ospita 53 pazienti con un’età media di 84 anni. «Qui la situazione - spiega il dott. Silvestro Palmisano, coordinatore sanitario - è sotto controllo. Il merito è soprattutto delle prime misure che abbiamo preso a tutela dei nostri pazienti, come il divieto di ingresso prima a parenti e visitatori e poi ad esterni (addetti al trasporto del vitto, delle bombole di ossigeno e della biancheria). Una decisione che ci ha permesso di blindare subito la struttura». Ai dipendenti, prima di entrare, viene misurata la temperatura corporea e i loro indumenti vengono sanificati. «Tutto questo - continua Palmisano - ha permesso di evitare contagi. Gli operatori, inoltre, aiutano i pazienti a rimanere in contatto con i loro cari attraverso telefonate, videochiamate o incontri a distanza attraverso la vetrata d’ingresso. E, in un periodo come questo, si aggiunge anche una cura maggiore per pazienti soli e senza parenti».
A poche centinaia di metri dal cuore del paese, in cima a una collina da cui si può ammirare la Valle d’Itria, si erge al «Casa Neemia Domus Sancta Familia», una casa di accoglienza per anziani fondata da don Peppino Micoli nel 1996. Anche in questa Rsa non si registrano contagi. «Ancora prima delle restrizioni imposte dai decreti - afferma il direttore della struttura, prof. Giuseppe Saladini - avevamo adottato tutte le misure di prevenzione a tutela dei nostri 58 ospiti: divieto di accesso ai parenti (ai quali è stato garantito il contatto telefonico quotidiano); obbligo da parte degli operatori di indossare guanti, mascherine chirurgiche, visiere, calzari, camici e copricapi isolanti); osservanza, nei momenti collettivi, del distanziamento sociale; eco-sanificazione di tutti gli ambienti della struttura con macchine a vapore secco, all’ozono e nebbiogene». Saladini lancia un appello alle autorità: «Non nascondiamo ansie, surplus di lavoro e spese aggiuntive che questa emergenza sta comportando. La somministrazione di test ad ospiti e personale tutto ci garantirebbe maggiore tranquillità».
Un sostegno concreto alla Rsa Domus è giunto, nei giorni scorsi, dall’istituto agrario «Basile-Caramia», in collaborazione con l’associazione «Uomo 2000». Alla struttura è stato donato diverso materiale specifico per la mensa «contribuendo così - dicono dalla direzione della casa di riposo di Locorotondo - ad adeguarci ai nuovi cambiamenti e agevolando il lavoro degli operatori. È stato un gesto di commovente solidarietà».