BARI - Ogni tanto una vicenda a lieto fine in periodi di crisi come questo è come lo zucchero che addomestica l’amaro del caffè. Alla piccola Sara porterà fortuna l’essere nata in condizioni di emergenza. Ora madre e figlia si riposano nel reparto di Ginecologia dell’ospedale «Di Venere».
La madre ha 38 anni ed è al suo secondo parto. Infatti, la prima gravidanza risale al 2017. La piccola Sara sta benone e pesa 2 chili e 960 grammi. La signora T. M. è di Noicattaro e riveste un ruolo all’interno della pubblica amministrazione. La vicenda, come spesso accade in casi del genere, si snoda sul filo del tempo che trascorre inesorabile. Di tempo ce n’è sempre poco.
La signora si trova inizialmente nella sua casa. Le doglie hanno inizio lentamente ma con il trascorrere delle ore aumentano d’intensità. Per un motivo o per l’altro, la signora attende un po’ di tempo in più prima di farsi accompagnare in ospedale.
Le lancette dell’orologio scorrono. I dolori aumentano. Si intuisce che ci siamo. La piccola scalpita, evidentemente vuole venire al mondo. A un certo punto, la signora non ne può più, chiama una ostetrica che fornisce una valutazione inequivocabile. Il travaglio che accompagna il parto è già avviato e addirittura in stato avanzato.
Non c’è tempo. Presto. Bisogna far presto. Il marito chiama immediatamente un’ambulanza che sopraggiunge per accompagnare la partoriente all’ospedale «Di Venere» di Carbonara.
La signora partorisce sul mezzo di emergenza. A quel punto, i sanitari del reparto di Ginecologia, diretto dal professor Mario Vicino, costantemente informati, pongono in essere tutto quanto nelle loro possibilità per un’azione di urgenza. La madre viene immediatamente trasportata in reparto. La neonata è venuta alla luce, piange come tutti i piccoli ma ha ancora il cordone ombelicale inserito sulla placenta che resta nel ventre materno.
«È stata praticata un’attenta assistenza alla mamma e alla piccola Sara che era in ottime condizioni, è stato effettuato il clampaggio del cordone». In pratica, legatura e taglio del funicolo. La piccola Sara in quel momento è finalmente del tutto autonoma con gli applausi dell’intera équipe. Ora la mamma può tenere stretta Sara.
La signora ora tira un sospiro di sollievo, l’amore per un figlio è più forte di tutto. Il primario ora scherza dicendo: «Ricordi che le femmine sono più forti dei maschi e stanno sempre meglio di noi, è un dato scientifico che il sesso forte è quello femminile, noi maschietti contiamo poco».