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«Bretella» Bari-Mola sulla Statale 16: adesso l’accelerazione

 
Ninni Perchiazzi

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Ninni Perchiazzi

«Bretella» Bari-Mola sulla Statale 16: adesso l’accelerazione

Il progetto per decongestionare la Ss 16, via alle autorizzazioni

Mercoledì 15 Gennaio 2020, 09:05

BARI - «Bretella» Bari-Mola, chiusa la conferenza di servizi inizia la corsa contro il tempo verso l'indizione della gara d’appalto e la successiva realizzazione della preziosa opera. Archiviato il tempo del confronto e delle polemiche, adesso l'Anas ha un percorso alternativo alla Statale 16, nel tratto tra lo svincolo di Mungivacca del capoluogo e il territorio di Mola sul quale lavorare, con lo sguardo fissato sulla scadenza di fine 2021, data ultima per apporre la firma sul contratto da parte del vincitore del bando di gara, pena la perdita del finanziamento di 250 milioni di euro stanziato dal Cipe.

Avanti tutta quindi con la cosiddetta opzione C, la bretella a sei corsie che parte dalla tangenziale barese, taglia le campagne del capoluogo seguendo il percorso della futura ferrovia nazionale verso Sud, attraversa i territori di Triggiano e Noicattaro, per giungere a Mola dopo 17,5 chilometri, dove si ricongiunge alla Ss 16. Previsti 5 svincoli e 8 ulteriori opere tra ponti e sottopassi.

Si diceva del progetto contrassegnato con la «C»: era una delle tre ipotesi messe in campo dall'Anas, sulla quale Bari, Mola e Città Metropolitana hanno espresso parere favorevole fin da subito, osteggiata invece da Triggiano e Noicattaro, inizialmente determinate a sposare la proposta dell'allargamento da quattro a sei corsie dell'attuale carreggiata della Statale 16. Una strada, quest'ultima rivelatasi impercorribile anche a causa dell'elevato numero di demolizioni ed espropri richiesti, specie nel tratto che attraversa San Giorgio e Torre a Mare. Allo stesso modo, è stata scartata la proposta presentata in extremis dal sindaco di Noicattaro, Raimondo Innamorato, che prevedeva di fatto il raddoppio dell'opera (da 17 a 33 chilometri, facendola partire sempre da Bari per farla giungere a Polignano), la triplicazione dei costi (da 250 a 750 milioni, peraltro senza una copertura) e il coinvolgimento dei territori di altri due Comuni.

In ogni caso, ciascun municipio è stato invitato a fare rilievi, indicando correzioni utili al territorio di propria competenza, anche in termini di opere risarcitorie da ricevere in compensazione per l’utilizzo del suolo. L’unico adattamento effettuato interessa esclusivamente il territorio di Noicattaro con l’allontanamento del tracciato stradale dall’abitato, da Città giardino e da Parchitello (la distanza rispetto al percorso originario varia da 300 a mille metri). Bari, invece ha suggerito modifiche che tengono conto della futura costruzione del Polo della Giustizia sui suoli delle ex casermette a Carrassi. Alla Regione Puglia è toccato il compito di collettore e supervisore, con l'assessore alle Infrastrutture, Gianni Giannini, che alla fine è riuscito a contemperare i vari interessi, mettendo tutti d'accordo.
Definito l'iter della conferenza di servizi e il progetto una volta per tutte, adesso si dovrà procedere con i sondaggi lungo il percorso individuato, le richieste di pareri e autorizzazioni a livello ambientale e paesaggistico e la progettazione vera e propria, così da giungere alla firma dell’appalto, necessariamente entro fine 2021, per realizzare un’opera in cui «è preminente l’interesse pubblico rispetto agli interessi territoriali dei singoli Comuni», come hanno sottolineato i tecnici del Ministero nella relazione prodotta durante l'incontro romano di settembre scorso.
In particolare i tecnici ministeriali reputano che la variante che parte da Mungivacca per arrivare a Mola appaia «l’unica che risponda alle esigenze per la quale è stata inserita e finanziata nel programma nazionale Anas 2016 2020, ovvero idonea a risolvere problematiche relative a flussi di traffico di una grande via di comunicazione» (la Ss 16) che «ricade in un corridoio europeo Ten-T (reti trans europee di trasporto)», si legge nella relazione. Inoltre, «il tracciato in variante si sviluppa parallelamente alla ferrovia, andando a costituire un corridoio infrastrutturale gomma ferro che limita la frammentazione dei suoli».
Il tratto barese dell’arteria nazionale ha infatti da tempo raggiunto i limiti di guardia tanto da risultare, in base ai dati statistici, la strada con la più alta intensità di traffico (ed incidenti) d’Italia, rappresentando il punto di snodo dei flussi su gomma provenienti dalla dorsale adriatica sia verso il Salento sia verso la costa ionica e il resto del Sud della penisola.

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