BARI - Durante l'inaugurazione del Piccinni alcuni dipendenti del Comune hanno protestato bloccando corso Vittorio Emanuele armati di striscioni e fischietti urlando «Ridateci i nostri soldi». Al centro della manifestazione i misteri della Cassa prestanza, il «salvadanaio» dei dipendenti comunali di Bari, che reclamano i loro soldi. Si tratterebbe di un buco ultramilionario (si parla di 11 milioni) della Cassa nata nel 1924 che fino a qualche anno fa garantiva una «buonuscita» a coloro che andavano in pensione e che avevano versato una quota mensile trattenuta sullo stipendio.
Da più di due anni, infatti, dopo l’intervento della Corte dei conti a causa di un esposto del Movimento Cinque Stelle per presunto danno erariale, il Comune non versa più il contributo alla Cassa (da 15 anni versava mezzo milione ogni anno) e, da novembre, è stato stoppato anche il prelievo del 3% dagli stipendi dei dipendenti comunali iscritti (nel loro interesse, vista la situazione confusa). Niente più fonti di approvvigionamento, dunque, per Cassa prestanza, nata per arrotondare la liquidazione dei soci lavoratori: ad oggi sono circa 1.300 gli iscritti che dovranno prima o poi andare in pensione. E adesso si arriva al paradosso che chi ha versato non si veda restituito quanto gli spetta.