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Sisma, Pupetta albanese a Bari: «L’appartamento è andato distrutto. Molti salvi grazie alla prima scossa»

 
Donatella Lopez

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Donatella Lopez

Sisma Albania, Pupetta albanese a Bari: «L’appartamento è andato distrutto. Molti salvi grazie alla prima scossa»

Elisa «Pupetta» Mucaliaj: grazie Bari di avermi accolta

Mercoledì 27 Novembre 2019, 09:16

09:29

BARI - «La nostra casa è andata distrutta» dice Elisa Mucaliaj, di origini albanesi e a Bari da 20 anni grazie al ricongiungimento al padre che, nel 1996, pagò un milione di vecchie lire agli scafisti giungendo in Puglia con il gommone. Elisa è una istituzione a Bari perché il suo panificio sforna una delle focacce baresi più buone della città.
«I mei zii – prosegue Elisa - hanno riferito a mia madre che i 3 appartamenti del quinto piano dove avevo casa a Vora, tra Durazzo e Tirana, sono diventati quasi comunicanti. E la mia fu costruita negli anni ‘90. Quelle più vecchie, degli anni ‘50 sono distrutte».

Il racconto di Elisa prosegue e si spiega, forse, come molti siano riusciti a mettersi in salvo. «Alle 3 di notte hanno sentito la prima scossa di 4,8 e, dopo circa un’ora, quella di 6,5. Penso che la prima scossa li abbia messi in guardia perché c’è chi ha cominciato ad evacuare le abitazioni e chi è rimasto sveglio per paura di non sentire altre scosse durante il sonno. Quindi si sono messi tutti in allerta».
Elisa poi quasi si emoziona raccontando che ormai è diventata cittadina d’Italia ed è ciò che le restituisce il sorriso anche in questo momento difficile. «Sono arrivata nel 1999 con il ricongiungimento fatto da mio padre che sta qui dal 1996. Arrivò con gli scafisti dell’epoca pagando un milione di lire. Dal 21 novembre sono cittadina italiana con la residenza a Bari». Un evento per Elisa al punto da postare sulla sua pagina Facebook giovedì scorso, in tempo reale, il momento in cui firma i registri dell’avvenuta acquisizione della cittadinanza italiana.
«Pupetta», come è nota a Bari Elisa, è orgogliosa della sua carta d’identità italiana e della residenza a Bari. Parla del figlio che oggi compie tre anni e poi aggiunge: «Ci siamo inseriti bene, ma i sacrifici sono stati tanti. All’inizio ero sola e facevo la banconista, la cuoca, la focacciara. Facevo tutto. Mi sono impegnata parecchio e adesso, grazie a Dio (una affermazione accompagnata da un lungo silenzio e da occhi umidi; ndr), questa città mi ha accolto bene e ne è valsa la pena».

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