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Bari, è guerra agli evasori della tassa rifiuti: in arrivo 70mila avvisi

 
Ninni Perchiazzi

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Ninni Perchiazzi

Bari, è guerra agli evasori della tassa rifiuti: in arrivo 70mila avvisi

Da recuperare 75 milioni di euro: a fine mese si paga l'ultima rata

Domenica 03 Novembre 2019, 14:05

Tassa rifiuti 2019, entro fine mese il pagamento della quarta e ultima rata (per i tanti che hanno scelto di dilazionare il versamento dell’imposta sull'immondizia), mentre migliora la riscossione del tributo con riferimento all’ultimo quinquennio, sia relativamente allo scorso anno sia per il periodo 2014-2017.

La stretta di Palazzo di Città sugli evasori della tassa rifiuti (Tari-Tares-Tarsu) mira a far entrare nelle casse comunali oltre 75 milioni di euro, grazie all’emissione di oltre settantamila tra avvisi di accertamento e solleciti di pagamento indirizzati ai contribuenti baresi inadempienti. Nello specifico, sono oltre 30mila avvisi di accertamento frutto del mancato versamento della tassa sull’immondizia per le annualità dal 2014 al 2017, quantificati in un bottino da circa 57,5 mln di euro destinato a rientrare nella casse cittadine. Sfiora invece i 18 milioni con una percentuale di non riscosso pari al 27% (poco meno di un barese su tre risulta essere non in regola) il gettito atteso dai circa 40mila solleciti per il mancato pagamento della Tari 2018. Un dato in ogni caso con la freccia verso l’alto, grazie a un trend confermato dai primi riscontri dell’anno in corso, che rivela un miglioramento molto vicino al 10% della fetta di contribuenti in regola.

Nei giorni scorsi poi sono stati inviati circa 3.600 avvisi di accertamento (tramite atti giudiziari) per mancato pagamento di solleciti Tari dell’anno 2014 relativi a utenze commerciali, ai quali stanno facendo seguito ulteriori 26mila avvisi di accertamento per mancato pagamento di altrettanti solleciti per le annualità comprese nel quadriennio 2014-2017. L’impegno nella lotta all’evasione della Ripartizione Tributi, su impulso dell’amministrazione comunale, ha permesso l’incremento nella riscossione di oltre 30 milioni di euro, ma è destinato a divenire ancora più efficace in virtù del contratto per l’esternalizzazione del servizio tributi principale che dovrebbe diventare operativo nei primi mesi del 2020, con l’ulteriore obiettivo di andare a scovare i tanti ancora sconosciuti alle banche dati tributarie.

Il cambio di marcia in termini di velocizzazione della riscossione della tassa sull’immondizia, già avviata lo scorso anno, è dovuto a una scelta ben precisa della ripartizione che, anziché attendere i limiti della prescrizione quinquennale per invitare i contribuenti morosi a mettersi in regola, lo scorso anno, con riferimento all’annualità 2013, ha deciso di emettere prima i solleciti (consentono 60 giorni di tempo prima di far scattare sanzioni e interessi) e poi gli avvisi di pagamento. «Immediatamente dopo, rilevata la bontà di tale azione in virtù dell’ottimo lavoro preparatorio portato a termine sulla macchina organizzativa - spiega il direttore dei Tributi Francesco Catanese - abbiamo provveduto ad emettere altri 60mila solleciti per le annualità 2014-2017 (l’85% costituito dagli stessi contribuenti). D’altronde i numeri non mentono: di questi circa il 50% ha provveduto a saldare i propri debiti».

Quindi, a completamento di tale operazione, l’ufficio sta provvedendo a stanare i più riottosi, destinatari di circa 34mila avvisi di accertamento che richiedono in aggiunta all’imposta anche il pagamento di sanzioni ed interessi. Come detto, il computo globale dell’incasso ammonta a 57,5 milioni di euro per il quadriennio 2014-17.

Medesimo ragionamento è stato effettuato per il 2018, con l’invio di 40mila solleciti di pagamento (solo tributo senza sanzioni e interessi da pagare entro 60 giorni) per un ammontare complessivo di 17,8 milioni. Anche in tal caso, nei confronti di coloro che non dovessero mettersi in regola sono pronti gli avvisi di accertamento (con relative sanzioni ed interessi).

«Se si confronta il dato numerico dei 40mila solleciti Tari per il 2018 con quello dei 60mila solleciti cumulativi dal 2014 al 2017, emerge la riduzione nel 2018 del fenomeno dell’omissione del versamento del tributo, a testimonianza della percezione da parte del contribuente del cambio di velocità da parte dell’ufficio nel richiedere i versamenti pregressi - commenta Catanese -. Tale azione determina una conseguente rapida risposta da parte dei contribuenti nel pagare il dovuto, onde evitare azioni coattive che, a differenza che in passato, l’ufficio pone in essere con immediatezza, ampiamente in anticipo rispetto ai termini prescrizionali di 5 anni fissati dalla di legge».

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