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Medicina a Bari, ok a 292 borse di specializzazione, ma è ancora emergenza

 
G. Flavio Campanella

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G. Flavio Campanella

sanità medici

Nella Regione sono 1.350 i laureati in attesa

Giovedì 18 Luglio 2019, 17:37

BARI - «In effetti, con quasi 400 contratti di formazione in Puglia, c'è stato un incremento significativo con il quale copriamo il bisogno formativo di quest'anno». Loreto Gesualdo, preside della Scuola di medicina dell'Università di Bari, accoglie di buon grado il numero delle borse di specializzazione destinate alla Regione per il 2019, di cui 292 destinate a Bari (contro le circa 250 del 2018), sebbene la strada per riequilibrare il sistema sia ancora lunga e irta di ostacoli. Nella regione, per quanto circa un quarto dei laureati opti per altre soluzioni (l'attività nel privato, sia in regime libero professionale sia di dipendenza, oppure la specialistica ambulatoriale in convenzione o anche la migrazione in altre regioni italiane o all'estero), 1.350 medici restano infatti senza specializzazione, mentre, contemporaneamente, i presìdi sanitari sono sotto organico (meno l'azienda Policlinico, che può appunto contare sull'università, di più l'azienda sanitaria locale), anche a causa dei vincoli di spesa previsti dal piano di rientro regionale. Per di più, nei prossimi anni ci si prepara a un esodo per pensionamenti che dimezzerà la quota dei camici bianchi (il deficit regionale, se non si troverà una soluzione, mettendo le mani al portafoglio dello Stato, sarà di 1.686 medici da qui al 2025). Solo in provincia di Bari tra Policlinico e Asl andranno via in media non meno di 100 medici all'anno, senza considerare la medicina generale (su mille medici di base e pediatri, in quasi 600 concluderanno entro il 2024 la carriera lavorativa).

I CONTRATTI In attesa di eliminare il groviglio che, sia pure in presenza di una congrua platea di medici senza opportunità di formarsi, continua a prefigurare all'orizzonte una grave carenza del servizio sanitario (mal comune, mezzo gaudio: in Italia nel pubblico è in procinto di andare in quiescenza la metà dei 105mila medici in organico), conviene accontentarsi per ora delle decisioni prese dal Miur: sono 8.905 i contratti di formazione medica specialistica finanziati, a fronte dei 6.934 dello scorso anno. I numeri definitivi sono stati diffusi dal ministero dopo le comunicazioni pervenute dalle Regioni: rispetto al computo complessivo, infatti, sono 8mila i contratti coperti da risorse statali (1.800 in più, +29%, rispetto ai 6.200 delllo scorso anno). Ai contratti statali vanno poi aggiunte ulteriori 741 borse ottenute con fondi regionali (a fronte delle 640 dello scorso anno) e 164 (da 94) sovvenzionate con risorse di altri enti pubblici o privati. «Questo Governo - ha detto Marco Bussetti, ministro dell'Istruzione - è impegnato a ridimensionare considerevolmente la questione dell’imbuto formativo, consentendo a un numero ben maggiore di laureati in Medicina e Chirurgia di accedere alle scuole di specializzazione e a quelle di formazione specifica in Medicina generale». Per queste ultime si è riusciti a ottenere un aumento rispetto alle 2.093 borse già previste per il triennio 2018-21. In Puglia ne è stata concessa un’altra quarantina rispetto alle 164 già previste (vedi l’articolo accanto).

A BARI Come detto, il decreto di riparto ha stabilito che alll'Università di Bari siano destinate 292 borse di formazione specialistica (270 con fondi statali, 21 con stanziamenti regionali, 1 con risorse dell'Inps per la Medicina legale), cui vanno aggiunte (per completare il quadro regionale) le 89 assegnate all'Università di Foggia (89 complessive, cioè 80 più 9 con finanziamenti della Regione Puglia). Restando a Bari (il conteggio contempla anche i posti riservati: 7 al Servizio sanitario nazionale, di cui due per Medicina di emergenza-urgenza e uno ciascuno per Anestesia e Rianimazione, Ginecologia e Ostetricia, Malattie dell'apparato cardiovascolare, Medicina fisica e riabilitativa e Pediatria; e uno al Ministero della Difesa per Psichiatria), 33 borse sono destinate ad Anestesia e Rianimazione, 16 a Pediatria (2 con somme regionali) e a Medicina interna, 15 a Chirurgia generale e a Ginecologia e Ostetricia, 14 a Ortopedia e Traumatologia (di cui 1 grazie alla Regione) e a Medicina d'emergenza-urgenza, 12 a Radiodiagnostica e a Malattie dell'apparato cardiovascolare (1 Regione) e 11 a Medicina fisica e riabilitativa. Per restare a quelle in doppia cifra. Le altre a seguire (come dettagliato dal grafico in alto).

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