È di 30 indagati, di cui 12 arrestati e uno con obbligo di dimora, il bilancio di una indagine della Guardia di finanza conclusa oggi che ha svelato un sistema di fraudolenta solidarietà per timbrare il cartellino per assentarsi dal lavoro durante l’orario di servizio all’Ospedale «Don Tonino Bello» di Molfetta (Bari). Tra gli indagati figurano dirigenti medici, personale paramedico, impiegati amministrativi, tecnici manutentori nonché un soggetto esterno all’Azienda Sanitaria Locale.
I reati contestati, a vario titolo, sono truffa aggravata ai danni di Ente Pubblico, Falsità ideologica commessa da Pubblico Ufficiale, Abuso d’ufficio e Peculato. E’ durata due anni l’indagine «Quinto Piano» della Guardia di Finanza.
Gli arrestati e le accuse per tutti gli indagati
Cinque medici, una caposala, una infermiera professionale, diciassette impiegati amministrativi, cinque impiegati tecnici manutentori e uno esterno alla Asl: tutti rispondono a vario titolo di truffa aggravata ai danni di ente pubblico, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale, abuso d’ufficio e peculato.
I provvedimenti sono stati notificati a Molfetta, Giovinazzo, Bisceglie, Barletta e Foggia. Per Marco Bellapianta, Salvatore Boccanegra, Raffaele Croce, Francesco Saverio De Bari, Francesco Dimiccoli, Vincenza Farinola, Giovanni Gadaleta (classe 1955), Luigi La Forgia, Demetrio Losciale, Piccininni Giuseppe, Sgherza Isabellangela, Filomena Squeo sono scattati gli arresti domiciliari.
Abusavano delle legge 104/92
Le Fiamme gialle avrebbero accertato sistematiche assenze dal luogo di lavoro in orario di ufficio, spesso autorizzate da permessi sindacali o da Legge 104/92 ma usate per svolgere attività in altre strutture o per motivi privati, anche utilizzando le auto di servizio. In qualche caso è stata constatata la collaborazione di un soggetto esterno alla Asl il quale si presentava per «smarcare» ai rilevatori la presenza, timbrando cartellini illecitamente.
Si assentavano anche alcuni impiegati dell’Ufficio rilevazioni presenze e assenze addetti al controllo del corretto rispetto dell’orario di lavoro di tutti gli altri dipendenti che, approfittando della possibilità di accedere al sistema informatico, modificavano manualmente e fraudolentemente gli orari di lavoro.
L'Asl: se possibile, saranno licenziati
La direzione generale dell’Asl di Bari "ha offerto, e continuerà ad offrire, massima collaborazione alle Autorità Giudiziarie competenti, e assicura la massima celerità nell’apertura dei procedimenti disciplinari previsti per legge e nella sospensione cautelare dal servizio prevista dalla legge a carico di tutti coloro che hanno abusato della loro qualità di dipendenti pubblici». Così il dg dell’Asl di Bari, Antonio Sanguedolce, commenta in una nota l’inchiesta e gli arresti per i casi di assenteismo all’Ospedale di Molfetta.
«L'Asl di Bari licenzierà senza indugio i dipendenti interessati dalla vicenda», prosegue la nota, «se i fatti contestati dalla Procura di Trani dovessero essere confermati nelle modalità previste dalla legge». «In questi casi - spiega la nota - la legge (art. 55 quater del d.lgs 165/2001 e s.m.i) oltre alla sospensione cautelare dal servizio prevede anche il licenziamento disciplinare per tutti coloro che hanno falsato l'attestazione della presenza in servizio, e della violazione risponde anche chi abbia agevolato con la propria condotta attiva o omissiva la predetta condotta fraudolenta».
Emiliano: è il posto che meritano
«Noi abbiamo collaborato con la Guardia di Finanza, li abbiamo fatti arrestare e siamo contenti che siano finiti in galera perché quello è il posto che si meritano». Lo ha detto il Presidente della Regione, Michele Emiliano, in relazione alla notizia del blitz di questa mattina, a margine di un incontro che aveva per oggetto la riorganizzazione dei servizi assistenziali.