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Redazione online
02 Luglio 2019
Guardia di Finanza
BARI - Perquisizioni della Guardia di Finanza sono scattate negli uffici delle società Fimco Spa e Maiora Group Spa, con sede legale e amministrativa a Noci, e nella sede della direzione generale della Banca Popolare di Bari, nell’ambito di una inchiesta della Procura, coordinata dal procuratore aggiunto Roberto Rossi e dal sostituto Lanfranco Marazia. Almeno 4 imprenditori risultano indagati in questa inchiesta, avviata a seguito delle procedure di concordato preventivo alle quali le due società sono sottoposte dopo una istanza di fallimento, presentata nel febbraio scorso da parte di una società con sede a Malta.
I reati di bancarotta e autoriciclaggio, contestati a vario titolo ai 4 imprenditori, riguardano p resunte operazioni di distrazione e dissipazione di cespiti immobiliari, complessi aziendali e partecipazioni societarie, di rilevante valore economico, relative a strutture turistiche della provincia di Bari, in favore di altre società correlate, non soggette a procedura fallimentare e riconducibili agli stessi imprenditori indagati.
Le indagini della Guardia di Finanza «hanno consentito di far emergere - spiega la Procura - il ruolo della Banca Popolare di Bari quale principale creditore delle imprese sottoposte a procedura concorsuale, risultate esposte con l’istituto di credito per una cifra di poco inferiore ai 140 mili oni di euro, a seguito delle ingenti linee di credito elargite negli anni».
Gli imprenditori - Emanuele, Vito, Giovanni e Giacomo Fusillo (i primi tre soci e amministratori di Fimco Spa e Maiora Group Spa di Noci) e Giacomo, figlio di Vito, amministratore delegato delle due società - tra dicembre 2016 e luglio 2018 avrebbero dissipato complessi aziendali e partecipazioni societarie tra cui due rami d’azienda costituiti da uno stabilimento balneare in località Losciale a Monopoli e l'Hotel Cala Ponte di Polignano, in favore della società correlata Soiget Srl.
Stando alle indagini della Guardia di Finanza di Bari, coordinate dalla Procura, il 100% del capitale della Soiget sarebbe poi stato dismesso in favore di Giacomo Fusillo e, ancora, il 100% del capitale della Logistica Sud srl sarebbe stato ceduto in favore del fondo 'Kant Capital Fund strategic Business Unit PCC Limited’con sede a Gibilterra.
Per queste condotte ai quattro imprenditori viene contestato il reato di bancarotta fraudolenta. Giacomo Fusillo risponde anche di autoriciclaggio, accusato di aver trasferito il 100% del capitale di Soiget srl - che sfrutta la distrazione di beni dalla Fimco spa - «nella società unipersonale Sesto Elemento srl in modo da ostacolare - si legge nell’imputazione - l'identificazione della provenienza delittuosa». Giacomo Fusillo detiene l’intero capitale di quest’ultima azienda.
Crac società Fusillo:da BPB prestiti a società in concordato
La Banca Popolare di Bari, nonostante fosse creditrice di oltre 100 milioni di euro dalle società Fimco e Maiora del gruppo Fusillo, in procedura di concordato preventivo, nel marzo 2019 avrebbe erogato in loro favore nuova finanza per circa 40 milioni di euro, rinunciando anche a più di 80 milioni di euro di crediti vantati.
Questi particolari relativi alle linee di credito concesse dal 2010 all’attualità alle società del gruppo Fusillo di Noci da parte dell’istituto di credito barese, sono ora oggetto di accertamenti da parte della Guardia di Finanza che, su disposizione della Procura, ha eseguito oggi perquisizioni nella sede della direzione generale della Banca. Le perquisizioni sono state disposte nell’ambito di una indagine per bancarotta fraudolenta a carico degli imprenditori Fusillo e che ha portato i finanzieri anche nelle sedi di sette società collegate al gruppo e nelle abitazioni degli indagati.
«Dalle istanze di ammissione al concordato preventivo presentate da Fimco e Maiora, - si legge nel decreto - si evince da un lato l’ingente esposizione debitoria del gruppo Fusillo nei confronti di Banca Popolare di Bari, dall’altro la disponibilità» dell’istituto di credito «a sostenere finanziariament e il piano di risanamento in corso di redazione, mediante l’erogazione di nuova finanza». I finanzieri hanno acquisito documentazione per accertare i rapporti tra la Banca e il gruppo.
Crac società Fusillo: anche hotel di lusso tra beni ceduti
Ci sono anche le cessioni dei complessi turistico alberghieri di lusso come 'La Peschiera' e 'Il Melograno' di Monopoli e l’edificio dell’ex hotel Ambasciatori di Bari nelle operazioni sospette che, secondo la Guardia di Finanza di Bari, avrebbero portato al dissesto delle società Fimco e Maiora del gruppo Fusillo di Noci. I particolari delle cessioni di rami d’azienda e presunte svendite di complessi immobiliari, sono contenuti nel decreto di perquisizione notificato oggi ai quattro imprenditori Emanuele, Vito, Giovanni e Giacomo Fusillo, indagati a vario titolo per bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio.
L’ipotesi dei finanzieri, coordinati dalla Procura di Bari, è che i capitali delle due società siano stati interamente dissipati a favore di altre società del gruppo, a loro volta poi cedute o svendute. Nel caso di Fimco, il capitale sarebbe stato distratto confluendo nelle case della società Soiget, le cui quote sarebbero poi state interamente cedute alla Sesto elemento di Giacomo Fusillo. «Giova rammentare -si legge nel decreto - che trattasi di una partecipazione dall’indubbio valore strategico ed economico atteso che tale società vanta la proprietà e la gestione operativa di due complessi immobiliari di assoluto prestigio ed elevata redditività, costituiti dei complessi turistico alberghieri 'La Peschiera' e 'Il Melograno', rinomati resort di lusso ubicati sulla costa dell’entroterra di Monopoli».
Con riferimento alla società Maiora, i beni sarebbero stati distratti in favore della Logistica Su d e da qui in un Fondo con sede a Gibilterra. «Desta forti sospetti - scrive la Procura - la circostanza che la dismissione della partecipazione in Logistica Sud effettuata nel dicembre 2016 abbia di fatto comportato la fuoriuscita dal perimetro patrimoniale della controllante Maiora di un cespite immobiliare di ragguardevole valore, rappresentato dall’edificio ex Hotel Ambasciatori, oggetto di trasformazione in unità immobiliari ad uso residenziale e commerciale».
BPB: «Mai aderito a piano di risanamento»
«La Banca Popolare di Bari precisa di non aver mai aderito al piano di risanamento presentato dal Gruppo Fusillo né tantomeno aver accordato nell’ambito del citato piano, alcuna nuova linea di credito alle società facenti parte del Gruppo». Lo rende noto un comunicato dell’istituto.
«La Banca, nel confermare la correttezza del proprio operato, ricorda di non essere indagata nel procedimento penale in corso ed ha fornito la più ampia collaborazione all’Autorità giudiziaria al fine di soddisfare le richieste di documentazione».
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