L’ex ospedale di Bitonto in balia dei vandali notturni. L’ultima denuncia, in ordine di tempo, arriva dal consigliere regionale Domenico Damascelli che, nei giorni scorsi, ha effettuato un sopralluogo nel presidio territoriale assistenziale e ha raccolto le testimonianze del personale in servizio.
«Nottetempo, alcuni reparti e alcune zone della struttura sanitaria - così Damascelli - diventano ricovero per senzatetto, sbandati e tossicodipendenti, e al mattino, gli operatori sanitari trovano di tutto». Cioè? «Dalle siringhe agli escrementi, passando per avanzi di cibo e bevande evidentemente consumati qui».
Particolarmente frequentati gli ambienti al seminterrato e alcune zone di passaggio fra un corpo di fabbrica e l’altro. Le segnalazioni non sono nuove. Da anni, infatti, l’ex ospedale cittadino di notte è del tutto incustodito e lasciato così alla mercé di vandali e ladri, che passano, bivaccano, distruggono, portano via ciò che ritengono possa valere: dagli spiccioli della cassa del Centro unico di prenotazione, ai pc degli ambulatori, passando per la Fiat Panda di servizio, rubata dal parcheggio interno, fino ad arrivare ai furti milionari e su commissione di apparecchiature mediche e, soprattutto, di farmaci antitumorali e ormoni della crescita, sottratti a più riprese dalla farmacia territoriale.
Disarmante la facilità con cui i ladri hanno accesso alla struttura, che dalle 20 alle 8 rimane aperta, visto che il Punto di primo intervento funziona ancora h24, ma è quasi del tutto vuota, perché gli ambulatori chiudono i battenti alle 20.
Niente di più facile, così, per malintenzionati o nullafacenti che entrare nella struttura e gironzolare, senza dove rendere conto a nessuno. In molti casi è stato sufficiente forzare una porta o una finestra per aver accesso indisturbato a tutto l’edificio. Le pressanti richieste di un servizio di vigilanza a tutela della struttura, avanzate negli anni dai politici locali e dalle sigle sindacali, sono rimaste al momento senza risposta: un investimento troppo grande per una struttura sanitaria che è stata negli anni ampiamente declassata e progressivamente svuotata di servizi e personale.
«Questa situazione - riprende Damascelli - non è più tollerabile. In quello che dovrebbe essere un luogo in cui si tutela la salute, gli ambienti sono malsani e insicuri, sia per chi ci lavora sia per chi viene qui a farsi curare». Già pronta un’interrogazione da presentare in Consiglio regionale e indirizzata al presidente Michele Emiliano e al direttore generale della Asl, Antonio Sanguedolce.