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Bari, i prof di Medicina contro il Policlinico: «Non ci pagano»

 
Enrica D’Acciò

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Enrica D’Acciò

Oggi lo sciopero dei medicia rischio 40mila interventi

Il Policlinico avrebbe dimenticato di versare parte di stipendio previsto per i professori di Medicina, che sono anche dipendenti dell’Ateneo

Venerdì 12 Ottobre 2018, 09:06

BARI - Pronti a incrociare le braccia i docenti e i tecnici-amministrativi dell’università di Bari, «prestati» al Policlinico. Per anni, dal 2000 ad oggi, l’azienda ospedaliera avrebbe dimenticato di versare una parte dello stipendio dovuto ai professori di medicina, dipendenti dell’ateneo, che fanno però anche attività assistenziale, negli ambulatori e reparti.
Nei giorni scorsi, al termine di una lunga assemblea, i docenti di medicina hanno approvato all’unanimità una mozione con la quale si richiede «improrogabilmente» il pagamento degli arretrati, annunciando azioni di protesta e di sciopero, in corsia e aule. Il documento porta in calce la firma delle sigle sindacali Arub, Cnu, Mues, RiUniBa e UssMo.
«La situazione riguarda circa 280 docenti di medicina - spiega Francesco Resta, docente di geriatria e gerontologia, membro dell’Arub, l’associazione ricercatori dell’Università di Bari, afferente al coordinamento dell’associazione docenti universitari - e dipendenti dell’Università di Bari che prestano parte del loro servizio nell’azienda ospedaliero-universitaria».
Oltre all’attività di didattica e ricerca, oltre alle lezioni in aula, questi docenti universitari svolgono attività assistenziale in ospedale, avendo al proprio fianco gli studenti di medicina. Queste attività assistenziali, in virtù della convenzione fra Università e Policlinico, sono a carico del Policlinico che dovrebbe poi versare il dovuto all’Università che, a sua volta, prepara le buste paga dei docenti universitari. Solo che, a detta dei docenti, buona parte di questa attività assistenziale non è stata retribuita.
«Si tratta di circa 20mila euro a docente - stima Resta - la maggior parte del credito, circa 12mila euro a testa, è maturata negli ultimi 8 anni. Anche se le situazioni sono molto variegate, possiamo calcolare circa 300 euro in meno al mese per ognuno dei docenti universitari coinvolti».
La situazione è migliore per i docenti ospedalieri, cioè per i medici in servizio al Policlinico che fanno anche attività di didattica e ricerca che, almeno in parte, hanno già incassato le somme dovute. «Gli arretrati degli ultimi 8 anni sono stati già remunerati ai colleghi ospedalieri - spiega Resta -. Lo stesso dicasi per le indennità accessorie, come guardie, reperibilità, notturni e festivi che sono stati regolarmente versati, dal 2005 ad oggi, ai colleghi ospedalieri ma non agli universitari».
Se non otterranno dal Policlinico quanto dovuto, i docenti di medicina si dicono pronti da subito a rinunciare ai carichi didattici non dovuti ed eccedenti il minimo e a ridurre l’attività in reparto e negli ambulatori secondo quanto previsto per legge.
Il termine ultimo fissato per rimettere in pari gli stipendi arretrati è il 31 ottobre. Da novembre, poi, scatteranno le azioni di protesta, con uno sciopero dell’attività assistenziale. 

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