«In sostituzione dello Stato la Regione non interverrà più. Ognuno ha le sue competenze, la Regione non ha nessun ruolo» sull'edilizia giudiziaria. Per la prima volta da quando, 20 giorni fa, è esplosa l’emergenza a Bari per l’inagibilità del Palagiustizia di via Nazariantz e le udienze di rinvio celebrate sotto le tende della Protezione civile, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, è intervenuto sulla questione. Mentre in piazza Prefettura Emiliano partecipava alla presentazione di un nuovo treno di Trenitalia, dinanzi al palazzo del governo un gruppo di avvocati penalisti protestava con un sit in e una loro delegazione è stata ricevuta dal prefetto. Rispondendo a chi gli chiedeva come mai non fosse mai andato nella tendopoli a portare la sua solidarietà, Emiliano ha risposto: «la mia vicinanza è scontata ma nessuno ha mai chiesto la mia presenza. Quando il ministro è venuto a Bari non mi ha invitato. Oggi, appena mi avete chiesto di venire, sono venuto. Se formalmente qualcuno me lo chiede, io ci sono, altrimenti è una mascherata senza senso».
Emiliano si è avvicinato agli avvocati spiegando che «se lo Stato ci chiede di intervenire, noi interveniamo, come abbiamo fatto per le tende. Se ci chiedono palazzi o quello che è necessario siamo in grado di dare una mano. Per qualunque esigenza siamo a disposizione, ma la strategia sull'edilizia giudiziaria è del Governo. Se poi vogliono soldi proveremo a utilizzare i fondi del patto per il Sud per la Giustizia se fosse necessario. Quello che non si può fare, però, è scaricare sul Comune e sulla Regione una serie di inadempienze gravissime da parte dello Stato che presidia la funzione giudiziaria in esclusiva».
«Se volete fumo non è l’indirizzo giusto, io il fumo non lo so vendere. Quello che posso fare, come ho fatto - ha detto il presidente Emiliano - è stimolare i proprietari di immobili a partecipare alla gara della quale oggi si discute. Dovete accettare l’idea che questa vicenda riguarda il Governo della Repubblica e le Regioni non hanno la benché minima competenza». La delegazione di avvocati ricevuta dal prefetto era guidata dal presidente dell’Ordine, Giovanni Stefanì, e dal presidente della Camera Penale, Gaetano Sassanelli.