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Ruvo si tuffa nel passato con Carafa e la sua leggenda

 
Antonio Gattulli

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Antonio Gattulli

festa del '700 a Ruvo

La città torna nel ‘700 con una rievocazione di una pagina di storia risalente al XVIII secolo del «Centro studi cultura et memoria»,

Sabato 26 Maggio 2018, 09:45

RUVO - Tutto pronto per «Ruvo, Carafa e la leggenda», che farà tornare la città nel tardo ‘700. La rievocazione di una pagina di storia risalente al XVIII secolo è del «Centro studi cultura et memoria», guidato dalla presidente Vincenza Tedone. L’evento, giunto alla sesta edizione, si avvale della collaborazione con Comune di Ruvo, Confcommercio Bari Bat e l’Ascom Ruvo e il consiglio regionale, il Consorzio europeo della rievocazioni storiche a cui l’associazione è affiliata e il Parco nazionale dell’Alta Murgia.

LA LEGGENDA - Ma la storia viene da un paio di secoli precedenti e da un affresco che ne fa memoria di un altro Carafa. Il costrutto rievocativo invece narra la leggenda dell’ottavario in occasione del Corpus Domini. Secondo la tradizione Antonio Carafa conte di Ruvo, al ritorno da una battuta di caccia dalla contrada Parco del conte, entrato in città mentre si stava snodando la processione del Corpus Domini, attraversò il corteo rompendolo in due blocchi; la popolazione inveì contro il conte ma al momento del passaggio del santissimo sacramento il suo cavallo si inchinò in segno di rispetto facendo cadere il Carafa, che stupito e amareggiato per l’accaduto decise di far ripetere la festa otto giorni dopo istituendo così la processione dell’Ottavario.

STORIA - La tradizione e le origini unite al sacro alla base delle scelte artistiche affidate ad «Evo» con il suo direttore Raffaella Lorusso. Infatti, traendo spunto dai documenti e dall’iconografia del periodo precedente, tra gli ospiti ci saranno gruppi dal ‘500 al ‘700: i pistonieri di Santa Maria del Rovo di Cava de tirreni a portare testimonianza della loro tradizionale festa di monte castello del giovedì dopo il Corpus Domini e la rappresentanza monastica di Bitonto a simboleggiare le nobili famiglie e il legame che unisce le città attraverso mons. Fabrizio Carafa, dello stesso casato, uomo di cultura che istituì l’Accademia letteraria degli infiammati.

PROGRAMMA - La rievocazione mette in scena una partita a scacchi vivente (oggi, ore 21), a memoria del gioco in cui era abile il nobile Fenicia preceduta da uno spettacolo sull’arte della manipolazione delle fiamme (ore 20) e da un raduno di sbandieratori e musici (ore 20.30).

Il fulcro è nella sacralità della rappresentazione domenicale (ore 18.30). Il corteo lungo le principali vie cittadine viene teatralizzato attraverso l’interruzione e lo scontro, dove la pantomima è unita alla singolare coreografia di pistonieri che rievocano la battuta di caccia. Durante i giorni dell’evento è stata allestita un area dedicata agli antichi giochi e in concomitanza sarà possibile degustare prodotti eno-gastronomici locali. Inoltre ci sarà l’esposizione di prodotti dell’artigianato artistico e hobbistico. Prevista l’apertura straordinaria dei siti storico-culturali a cura della Pro Loco.

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