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«Sono malata di sclerosi multipla ma senza cure da tre mesi»

 
Valentino Sgaramella

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Valentino Sgaramella

Le Asl in Confindustria, Emilianos'infuria: non sono imprese private

Appello di una paziente, bloccata in casa a Ceglie del Campo. Dopo la chiusura della casa di cura Padre Pio di Adelfia la signora non riceve più sostegno per la fisioterapia e le cure necessarie

Lunedì 21 Maggio 2018, 09:54

BARI - «Chiedo a Michele Emiliano o al commissario straordinario Asl, Vito Montanaro, di aiutarmi. Il presidio di riabilitazione della casa di cura Padre Pio è stato chiuso. Non posso vivere senza fare fisioterapia». Assunta Alemanno 67 anni di Ceglie del Campo, alla fine, non ha altra possibilità che scrivere alla Gazzetta del Mezzogiorno per raccontare la sua vicenda. Da 25 anni soffre di sclerosi multipla con siringomielia. Ossia, per dirla in termini molto concreti, si deposita materiale fluido all’interno del midollo spinale con evidente compressione nervosa e paralisi. Nelle sua fasi iniziali la malattia si manifesta con difficoltà nella deambulazione. «Si era bloccata una gamba», ricorda. Inizialmente la patologia non viene riconosciuta, anzi le viene diagnosticato una forma di esaurimento nervoso. La sintomatologia, però, si aggrava e la signora decide di avvalersi di un consulto specialistico a Milano presso l’istituto neurologico Carlo Besta dove finalmente formulano una diagnosi corretta.

Nel 1994 affronta una prima terapia severa con flebo di cortisone e con evidenti miglioramenti. Poi si rivolge a Bari dal fisiatra Pietro Fiore. «Siccome non riesco a deambulare come si dovrebbe mi è stato concesso di avere la fisioterapista a domicilio e sono ormai 5 o 6 anni che mi aiuta ad avere un minimo di autonomia nei movimenti. Non è facile vivere questa malattia tutti i giorni», dice con voce pacata la signora Alemanno. La fisioterapista ad un certo punto va in pensione e la signora inoltra la richiesta per essere seguita dalla casa di cura Padre Pio di Adelfia. Il trattamento prosegue sino a marzo scorso quando a seguito di un’ispezione dei carabinieri del Nas vengono riscontrate alcune criticità per cui la struttura viene chiusa.

«Noi pazienti siamo rimasti senza fisioterapista e sono 3 mesi che vivo senza un trattamento e non posso permettermelo». A quel punto, la signora presenta richieste per frequentare uno qualunque fra 3 centri diversi di riabilitazione. «Non ho ricevuto alcuna risposta. L’altro giorno ho chiamato il Cup di tre centri di riabilitazione convenzionati con l’Asl e mi hanno risposto in modo anche perentorio che sono al completo e non possono fare nulla per me, che io non sono mica l’unica a soffrire così, che ci sono tanti pazienti nelle mie stesse condizioni. Che maniera di rispondere è mai questa?».

La richiesta è inviata via fax ma ha un lasso temporale entro cui è valida dopo di che bisogna presentare una nuova richiesta con un altro fax, e come nel gioco dell’oca si ricomincia dalla casella iniziale.

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