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Non roviniamoci la prossima estate

 
Filippo Santigliano

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Filippo Santigliano

Puglia, zona gialla «anticipata»: già ieri folla e assembramenti

foto Luca Turi (archivio)

Teniamoci stretti la zona gialla senza cedere alla deregulation delle tentazioni

Lunedì 17 Maggio 2021, 15:33

Gli stabilimenti balneari hanno riaperto, le discoteche si apprestano a sperimentare il «green pass» con tanto di tampone volante all’uscita, l’Istituto superiore di sanità conferma che, grazie al piano vaccinazioni in corso d’opera, si è registrato un effettivo crollo delle infezioni, dei ricoveri e nel caso più triste dei decessi. Insomma, il ritorno generalizzato nella zona gialla è accompagnato in questi giorni da un corredo di fatti che inducono all’ottimismo. Ma è proprio così?
Non c’è invece il rischio che in questa corsa a fare presto per mettere in sicurezza le persone e il «sistema Paese» si possa inserire quell’endemico morbo italico che, oltre il covid, caratterizza il nostro rapporto (sbagliato) con le regole?

Nell’ultimo week end, al netto del coprifuoco che viene sistematicamente eluso da minoranze che spesso diventano maggioranze, le città della Puglia, dalla più grande al piccolo borgo, si sono distinte (si fa per dire) per l’impressionante ritorno della movida, del traffico e delle scampagnate urbane, senza alcun rispetto delle prassi e di quei precetti che non vengono dettati nei decreti di turno per il gusto di punire, ma perché rispondono ad una precisa esigenza di contenimento del virus che continua a girare indipendentemente dal colore sanitario delle regioni e dal freno del piano vaccinazioni.
Dal tempo mai vissuto del lockdown duro a quello delle ordinanze che disciplinano il graduale ritorno alla normalità, c’è una zona cuscinetto che va rispettata e che non va interpretata come un liberi tutti, tanto ci sono le vaccinazioni in corso.
Lo stato di anarchia nel modo di agire mette a rischio, soprattutto in Puglia e in Basilicata, uno dei settori economici che dovrebbe funzionare da «start up» della ripartenza totale, ovvero quello del turismo, che oltre ad una socializzazione della ripresa, potrebbe appunto ridistribuire lavoro e pil attraverso il suo vasto indotto collegato all’agroalimentare, ai servizi, ai trasporti e alla cultura e tempo libero.

Ecco dunque spiegata la necessità di aumentare l’intensità del livello di attenzione, proprio in questa fase di comprensibile ottimismo, perché basta un niente per vanificare ogni tentativo di ritorno alla normalità dopo aver condotto una maratona prima di rinunce ed ora da 500 mila vaccinazioni al giorno. Insomma, proprio la Puglia e la Basilicata devono fare in modo di arrivare al pieno dell'affare estate (entro poche settimane ormai) nelle migliori condizioni possibili. Prima si arriverà ad uno scenario socio sanitario davvero tranquillo prima sarà possibile tornare a pensare solo in termini di consumo, visto che è questo l’elemento che ha caratterizzato il pensiero posticipato accumulato nel periodo del lockdown e che proprio in questi giorni fa le prove generali.

Per raggiungere questo obiettivo non sono più necessari sacrifici particolari, se non un maggiore e diffuso senso di responsabilità, perché mai come in queste situazioni, il rischio pubblico viene prodotto dalle scelte private, attraverso comportamenti e atteggiamenti che riguardano esclusivamente il nostro modo di stare al mondo.
Teniamoci stretti la zona gialla senza cedere alla deregulation delle tentazioni, perché in questo caso se le cose dovessero cambiare e precipitare, il ruolo riconosciuto e travolgente del caso, a volte crudele a volte generoso, non avrebbe alcun valore.

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