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Dal Paradiso all’Inferno e al Purgatorio: era Casillo

 
Filippo santigliano

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Filippo santigliano

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Pasquale Casillo, il re del grano, patron della zemanlandia foggiana, è scomparso a 71 anni

Mercoledì 09 Settembre 2020, 16:28

Con lui tutto è stato grandioso, tragico e alla fine vuoto. Pasquale Casillo, il re del grano, patron della zemanlandia foggiana, è scomparso a 71 anni dopo una vita trascorsa sulle montagne russe, tra improvvise impennate e pericolose discese. Con lui scompare un pezzo di storia dell’imprenditoria non solo foggiana e pugliese ma italiana. Per una lunga stagione, prima delle disavventure giudiziarie risolte poi con una sentenza d’assoluzione perché «il fatto non sussiste», Pasquale Casillo è stato, insieme ai fratelli eredi dell’impresa del padre Gennaro, uno degli imprenditori più noti soprattutto nel settore cerealicolo. «Il prezzo del grano nel mondo non si decide nelle borse merci, ma a Chicago e a Foggia», ripetevano con ammirazione gli amici di don Pasquale, «u president».

Da mugnaio a commerciante, poi imprenditore della filiera cerealicola, una cinquantina di imprese controllate dalla casa madre, la «Casillo Grani», il più grande molino d’Europa (lo è ancora oggi) nella zona industriale di Foggia, duemilacento miliardi di fatturato all’apice della parabola imprenditoriale, circa duemila dipendenti tra fissi ed indotto, una flotta di navi mercantili, banchine nel porto di Napoli, Salerno, Manfredonia e Castellammare di Stabia più quella “distintiva” a New York (220 metri di lunghezza) ed ancora una piccola compagnia aerea con la gemma di un “Falcon” intercontinentale sempre pronto a partire dall’aeroporto «Gino Lisa» di Foggia.

Mai laterale, sempre eccessivo nel vaniloquio, pronto allo scontro “pubblico” pur di arrivare al traguardo, Pasquale Casillo è stato anche presidente della Confindustria Foggia provocando, con la sua elezione, la lacerazione dell’associazione con la nascita dell’Unione industriali di Capitanata, promossa dai dissidenti, neanche fosse la Brianza la Foggia dell’epoca col suo modesto tessuto industriale.


Ma era in atto uno scontro non solo imprenditoriale, ma politico per il controllo della città e le fortune di questo o quel candidato, dal Comune al Parlamento passando per la Regione. Gli anni “ruggenti” di Casillo coincisero anche con quelli favolosi del Foggia calcio, portato in pochi anni dalla serie C alla serie A con risultati passati alla storia del calcio italiano, oggi ancora più rilevanti per una “provinciale” perché ottenuti senza contributi e diritti televisivi. Una favola chiamata zemanlandia costellata da episodi-chiave che hanno fatto di Casillo un protagonista, comunque: dalle partite con il Real Madrid allo Zaccheria (gli spagnoli in Italia avevano giocato solo contro Juve, Milan e Inter per la Coppa dei campioni) al lancio di Raiola (il super agente dei calciatori) che ottenne la sua prima parcella della vita per Roy, l’attaccante olandese dell’Ajax nell’unico contratto ancora oggi in uscita dal club di Amsterdam con una piccola società italiana.

Pur nelle incomprensioni successive con la città e soprattutto la tifoseria, che lo ha lungamente contestato dopo l’abbandono del Foggia per interessarsi di Salernitana e Avellino, Casillo era riuscito negli anni irripetibili di zemanlandia a scrivere una biografia collettiva con la squadra dei rossoneri in una città spesso in crisi identitaria.

Le disavventure giudiziarie, con il concorso esterno in associazione mafiosa dopo le rivelazioni dei pentiti della camorra napoletana, hanno segnato l’inizio della fine dell’impero del grano e dei “giocattoli” - come lui chiamava il Foggia calcio - anche se dopo anni di processi fu assolto. Ma dopo quella “liberazione” giudiziaria per Casillo è stato un lungo calvario: la perdita delle aziende, l’inseguimento dei curatori fallimentari, il mancato sostegno delle banche e degli amici degli amici che in passato avrebbero pazientato per ore pur di avere un colloquio con «don Pasquale» hanno fatto il resto e qualsiasi richiesta di rimedio, compreso l’appello al presidente della Repubblica, Mattarella, è stato sempre declinata come un momento di disperazione di un uomo che era entrato ormai nel «salotto buono» dell’economia italiana e che, ad un tratto, si è risvegliato fuori e con la tessera d’ingresso completamente smagnetizzata. Pure il tentativo di riprendere le redini del Foggia, ancora con Zeman due decenni dopo, si concluse in un flash back nostalgico, all’inizio piacevole, ma inesorabilmente illusorio.

Negli ultimi anni, nonostante i problemi di salute, Pasquale Casillo non aveva perso l’allegria del naufrago e spesso annunciava “urbi et orbi” un memoriale per rendere pubbliche tutte le trame nascoste che pure conosceva, ma se ci ha rinunciato è probabilmente per non legittimare personaggi che si sono avvantaggiati della sua amicizia per poi disconoscerla. La politica, si sa, difficilmente rilegittima chi è esce dal cerchio magico del Potere. Per questo con lui - che ha conosciuto in vita tutti i gironi danteschi: paradiso, inferno e purgatorio - sarà sepolto anche un pezzo di memoria di Foggia, della Capitanata, e non solo. Insieme alle emozioni sportive che resteranno tuttavia, per i tifosi rossoneri, uno struggente imperituro ricordo.

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