Domenica 07 Settembre 2025 | 02:36

Waterpolo Bari dice addio alla B, non ci sono le strutture. Merlini: scelta obbligata

 
Pierpaolo Paterno

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Pierpaolo Paterno

Waterpolo Bari dice addio alla B, non ci sono le strutture. Merlini: scelta obbligata

Tutta colpa della perdurante indisponibilità della piscina coperta principale dello stadio del Nuoto: «Non siamo nelle condizioni di affrontare il quarto anno consecutivo lontano da casa. Molti ragazzi sono andati via»

Venerdì 20 Dicembre 2024, 12:00

BARI - Quasi moribonda, comunque agonizzante, la pallanuoto barese rischia di recitare il de profundis dopo la decisione della Waterpolo Bari di rinunciare al campionato di serie B iniziato da due settimane. Tutta colpa della perdurante indisponibilità della piscina coperta principale all’interno dello Stadio del Nuoto. Struttura ancora in gestione al sodalizio biancorosso (ma prossima alla scadenza), i cui termini di prolungamento sono stati discussi nei giorni scorsi con l’amministrazione comunale.

Un epilogo doloroso per la città di Bari che nel 1992 ha battezzato un campione olimpico a Barcellona del calibro di Francesco Attolico. Città che negli scorsi anni ha ospitato nello stesso Stadio del Nuoto diversi campionati di World League e, appena cinque anni fa, due Final Eight di Coppa Italia di pallanuoto maschile. Il tutto, sempre grazie all’organizzazione della Waterpolo Bari in grado di intercettare il fortissimo interesse della Federazione Italiana all’impianto barese e al movimento pallanuotistico che in città stava conoscendo un rinnovato fermento.

Sembrano trascorsi anni luci dai fasti dei tre campionati di A2 dei reds baresi, vanificati negli ultimi tre anni da una forzata latitanza a Santa Maria Capua Vetere per disputare le partite interne causa indisponibilità della piscina principale indoor delle Piscine Comunali. Un danno sportivo e sociale incommensurabile, oltre a quello d’immagine della città che perde una significativa rappresentanza a livello di waterpolo nazionale. Ci si dovrà accontentare di una «semplice» partecipazione al torno interregionale di serie C.

Tutti i retroscena dal presidente Lele Merlini: «Non siamo nelle condizioni di affrontare il quarto anno consecutivo lontano da casa. Molti ragazzi sono scappati via da questa situazione e non abbiamo potuto trattenerli. Non abbiamo più extra risorse da destinare ad un sistema i cui costi si aggirano intorno ai centomila euro, il triplo di quanto normalmente previsto. Si giocava contro le napoletane in casa loro, pur essendo nostre sfide interne. Quando non giochi a Bari, non raccogli nemmeno sponsor locali disinteressati di una visibilità fuori regione. In questi tre anni, abbiamo attinto da risorse personali. Di tasca nostra».

Nonostante l’handicap logistico, in questi ultimi tre anni sono arrivati lo stesso risultati sportivi rilevanti: «Per la prima volta, si è portato in Puglia un titolo italiano Under 18. Molti nostri ragazzi sono stati convocati nei collegiali nazionali di categoria. Soprattutto, si è vinto il girone eliminatorio di B e nella gara tre dei playoff, a pochi secondi dalla fine, non ce l’abbiamo fatta perché si sono giocate tre partite a Napoli contro una squadra partenopea. Due avremmo dovuto giocarle a Bari perché arrivati primi del girone».

Si depaupera così il progetto tecnico portato avanti dal tecnico e match analyst del Settebello, Paolo Baiardini, che aveva sposato a pieno la causa barese: «L’ha presa con grande dispiacere - dice Merlini -. Riparte da Pescara dove si è portato, in prestito annuale, alcuni nostri giocatori come Foglio, Di Pasquale, De Santis e Volpe. Sifanno è andato a Salerno, alla Rari Nantes di A2. Il portiere Di Modugno gioca a Roma. Uno dei fratelli Lamacchia è entrato in polizia. Una diaspora iniziata in estate, una volta ufficializzato alla squadra che non saremmo più stati in grado di fornire delle garanzie. Sarebbe stato un inutile bagno di sangue».

Per mantenere la fiammella accesa, la Waterpolo Bari ripartirà tra un mesetto dalla C: «Noi non molliamo. Se non giocheremo alle Piscine Comunali - anticipa Merlini - vorrà dire che andremo in deroga a Taranto sul campo da venticinque. Gli allenatori sono quelli delle giovanili Bellino, Dibattista e Di Pasquale con la supervisione di Giovanni Tau. Allenano giovani dai 12 anni in su. Alle volte con la squadra del Cus, ci alleniamo alle piscine minori di venticinque metri per dodici e cinquanta. Le misure sono idonee, ma la struttura non è agibile per il campionato. Il Comune sta lavorando alacremente per rimettere le cose a posto. Vogliamo essere fiduciosi».

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