Per una volta la marcia azzurra chiude senza medaglie al termine della 20 chilometri che ha aperto i campionati del mondo di Atletica leggera di Budapest. Il migliore degli italiani è il finanziere andriese Francesco Fortunato, 11° al traguardo in Piazza degli Eroi mentre Massimo Stano, poliziotto da Palo del Colle, al 16° chilometro ammaina bandiera bianca e si ritira forse anche per preservare la 35 chilometri che lo attende al via dopo cinque giorni. Le nuvole grigie e cariche di pioggia delle prime ore del mattino non avevano lasciato presagire nulla di buono ed erano state all’origine dello spostamento di due ore della partenza, complice anche il nubifragio che poi ha interessato la capitale ungherese.
FORTUNATO
In avvio di gara, però, l’azione improvvisa quanto inaspettata del giapponese Ikeda stravolge i piani dei due italiani che si ritrovano ben presto nel gruppo degli inseguitori: «Assolutamente vero, è stata una gara che non mi aspettavo, difficilissima, siamo partiti veramente forte - spiega Fortunato - ho cercato di essere paziente e di attendere perché il ritmo era molto forte e il passaggio a metà gara è stato molto veloce e mi proiettava verso il mio primato personale che ho quasi confermato. Chiaramente ho un po’ rallentato alla fine ma non mi sarei mai aspettato di arrivare undicesimo con 1h 19’ 01”, onestamente con questo tempo non dico a medaglia ma pensavo di arrivare tra i primi sei. Oggi il livello è stato veramente assurdo, basti pensare che i giapponesi sono saltati, Massimo ha avuto una giornata difficile, una gara assurda ma nel complesso sono contento e dedico questo risultato a mia nonna che è venuta a mancare da poche settimane. Penso di aver dato il massimo e questo mi basta anche se non sono contentissimo della posizione ma non posso recriminare nulla». Le speranze di medaglia azzurre svaniscono presto, il giapponese Ikeda crolla al 15°km - finirà 5° - e i due pugliesi si inchinano alla forza dello spagnolo Alvaro Martin, due volte campione europeo e vincitore con il 2° tempo di sempre sulla distanza (1h 17’ 32”) nella rassegna. Martin precede lo svedese Perseus Karlstromm, ancora una volta sul podio (1h 17’ 39”) e il brasiliano Caio Bonfilm (1h 17’ 47”) al termine di una gara di altissimo livello. «Incredibile, non ci si può adagiare e distrarre un attimo che ti sparano tempi fortissimi - racconta ancora Fortunato ed io credo che il prossimo anno sarà ancora peggio perché alle Olimpiadi succedono cose assurde. È stata anche una giornata strana perché ci hanno spostato la gara ma nonostante tutto mi è uscito un garone. Forse a livello nervoso, per la pioggia ed il fresco, gli avversari hanno voluto attaccare da subito ed è andata giù dura. Qualcuno ha avuto ragione, altri no, speriamo che il prossimo anno vada meglio».
STANO
Fortunato rimane a due secondi dal proprio primato personale mentre il suo amico Massimo Stano si ritira al 16° chilometro dopo una gara incolore e di grande fatica. “Purtroppo le sensazioni non erano ottime dall’inizio, come nelle ultime uscite ho sperato in qualcosa di meglio dopo, perché qualche volta capita ma le gambe non rispondevano - racconta con sincerità provato dall’esito della gara. Inizialmente ho deciso io di stare tranquillo perché vedevo che il gruppo era molto nervoso davanti. Ho provato a non allontanarmi ma quando ho deciso di cambiare per rientrare nel gruppo ho fatto fatica e le gambe non giravamo come dicevo io. A metà gara ho visto che si andava forte e ho sperato di poter recuperare qualche posizione ma invece perdevo sempre più posizioni anziché recuperarle. Mentalmente sono iniziate a crollare le mie sicurezze ed ho pensato di ritirarmi. Ho cercato di non farlo perché erano gli altri ad andare forte e qualcuno lo avrei potuto raccogliere ma così non è stato, mi sono fermato, sono ripartito perché volevo finirla ma poi pensando alla 35 non aveva senso continuare questa tortura ed insieme al mio allenatore, al volo, abbiamo deciso di fermarci li, odio ritirarmi e questa è stata la seconda volta che succede ma dobbiamo guardare avanti. Avrei voluto dare una spinta ai miei compagni ma non è andata così, speriamo nella 35 allora». Andrea Cosi, terzo italiano in gara, chiudeva al 31° posto in 1h 23’ 28”.
GLI ALTRI AZZURRI: ARRIVA LA PRIMA MEDAGLIA
Prima finale mondiale per Larissa Iapichino nel salto in lungo. In mattinata conquistava il diritto a giocarsi una medaglia centrando la finale al primo salto. Larissa mette subito in cassaforte l’accesso in finale con la 6^ misura di qualificazione ed un salto di 6.73mt (vento +1.4), oggi alle 16,55 la finale. «Sono molto felice per la finale conquistata, meno contenta per il mio salto. Rispetto allo scorso mondiale vuol dire che sto crescendo nel mio percorso ma la finale sarà una gara difficile e proverò a dire la mia». Nel getto del peso, per la prima volta in un mondiale i due italiani in gara centrano entrambi la finale, fino ad oggi era successo soltanto alle Olimpiadi: Zane Weir, campione europeo indoor in carica è 2° nel turno eliminatorio con 21.82mt, Leonardo Fabbri al 3° e ultimo lancio scaglia la sua palla di ferro a 20.74 acciuffando il 12° ed ultimo posto utile per entrare in finale. In finale Weir non va oltre un modesto 19.99, Fabbri si regala il nuovo personal-best con un sontuoso 22.34mt che si colora d’argento. Infine il campione olimpico dei 100mt, Marcel Jacobs, ferma i cronometri sul tempo di 10”15 e tanto basta per centrare la semifinale, disco rosso per Samuele Ceccarelli, eliminato in batteria.
OGGI IN GARA
Quattordici gli atleti azzurri in gara oggi: dopo la levataccia mattutina dei 20km della marcia femminile con la tarantina di Mottola, Antonella Palmisano, campionessa olimpica in carica della distanza, Valentina Trapletti, campionessa italiana agli assoluti di Molfetta ed Eleonora Giorgi, alle 9 le qualificazione del lancio del disco donne con Daisy Osakue, alle 10,35 l’attesa qualificazione dell’alto maschile con l’oro olimpico Gianmarco Tamberi in pedana per il suo quinto mondiale.