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Sanremo 2025, Rose Villain fa il bis con «fuorilegge»: «Torno al Festival più serena, non ho paura di mostrarmi fragile»

Sanremo 2025, Rose Villain fa il bis con «fuorilegge»: «Torno al Festival più serena, non ho paura di mostrarmi fragile»

 
Bianca Chiriatti

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Bianca Chiriatti

Sanremo 2025, Rose Villain fa il bis con «fuorilegge»: «Torno al Festival più serena, non ho paura di mostrarmi fragile»

La cantautrice di nuovo all'Ariston dopo il successo di «CLICK BOOM!», per la serata dei duetti si fa accompagnare dal lucano Chiello: «È una leggenda del futuro: l'ho scelto perché sono sua grande fan, porteremo Battisti»

Sabato 08 Febbraio 2025, 11:12

«Lo scorso anno mentre scendevo le scale dell'Ariston pensavo: "Chissà cosa diranno". Anche nella scelta dei look volevo mostrare il mio lato più elegante, più estroso, farmi conoscere. Oggi torno a Sanremo dritta per la mia strada, me la voglio godere, guardo quello che sto costruendo per il festival e penso: "Questa è 100% Rose Villain"». La Gazzetta intercetta la cantautrice, in gara con «fuorilegge» (Warner Music Italy), in una tarda mattinata di domenica, perché nelle settimane prima della kermesse i giorni sono tutti lavorativi. Centrata, rilassata e sorridente, nel suo volto non si legge la tensione della gara, nonostante abbia voglia di fare un bel percorso come quello iniziato con «CLICK BOOM!» (3 dischi di platino) e sia sempre impegnata su più fronti, non ultimo il lancio - nei giorni scorsi - della sua linea di make-up Good Villain, totalmente vegana e orientata a una bellezza «pulita». Nelle scorse ore, poi, è arrivato un altro annuncio: dai fiori di ciliegio, simbolo dell'ultimo album Radio Sakura, ai «Fiori rosa, fiori di pesco», cover di Lucio Battisti che eseguirà sul palco nella serata dei duetti, il 14 febbraio, insieme a Chiello, «diamante purissimo» di origini lucane (è nato a Venosa, Potenza), di cui la stessa Rosa Luini (questo il vero nome, ndr.) si professa grande fan, e che secondo noi il prossimo anno potremmo ritrovare proprio in gara a Sanremo. «L'anno scorso mi sono fatta accompagnare da Gianna Nannini, una leggenda senza tempo - racconta - Chiello per me è una leggenda del futuro, non vedo l'ora che in Italia capiscano che artista è. Anche questa è stata una scelta di cuore, avrei potuto presentare qualcosa di più commerciale, ho preferito fare quello che mi piace».

Non crede troppo nella fortuna Rose Villain: «Credo nel tempo, nell'impegno, nella fatica e nella passione - racconta alla Gazzetta - mi sono ripresentata al Festival perché amo follemente questa canzone: non c'è nessuna strategia, la avevo nel cassetto già da due anni, ma i tempi non erano ancora maturi. Oggi so che mi rappresenta al 100%: è il mio sound, tutte le mie canzoni hanno quella sterzata (e dopo un solo ascolto il ritornello è rimasto fisso in testa, ndr.)». Un brano che ancora una volta esplora l'amore, viscerale e logorante, firmato insieme a Federica Abbate, Cripo (Nicola Lazzarin), okgiorgio (già co-produttore della hit «Come un tuono») e con il beat ancora una volta efficace del marito, il producer Sixpm (Andrea Ferrara): «Ogni atomo di questa canzone parla di me: siamo partiti da un giro di piano con Cripo e Federica, in una notte d'estate, poi l'ho portato da Andy (Sixpm, ndr.) e abbiamo capito che poteva funzionare. Così lui ha costruito la produzione, io ho scritto il testo e okgiorgio ha dato il collante, con le pulsazioni un po' alla Paul Kalkbrenner. È partita come una ballad intima, ma parlando di passione e desiderio non poteva che esplodere».

Già al lavoro sul terzo album (dopo Radio Gotham e Radio Sakura manca l'ultimo capitolo della «Radio Trilogy», che dà anche il titolo al suo primo concerto all'Unipol Forum di Milano, in programma il 23 settembre prossimo), la Gazzetta le domanda quanto sia effettivamente in grado di godersi questo momento di «raccolta» dopo tanti anni di «semina», e visto che sulla parte creativa è già una fuoriclasse, se abbia qualche consiglio da dare a se stessa per imparare meglio a viversi la parte più «pratica» di questo mestiere: «Ancora adesso sto imparando a navigare in questi meccanismi che ti "frullano", non è facilissimo - confessa Rose - Non sono mai tanto soddisfatta, non ho completa percezione del mio successo, credo solo nella musica, è quello il motore del mio progetto. Mi sono sempre detta: l'anno prossimo proverò a riposare di più, farò dei weekend via, ma poi non riesco. Però sento che sarà un anno di maggiore relax. Mi ero quasi rassegnata al fatto che la mia musica fosse più "alternativa", non adatta al grande pubblico, e invece mi sono connessa con così tante persone che ora vado dritta su ciò che mi piace, e "chi mi ama, mi segua"».

Un Sanremo in cui gareggia contro tanti amici, su tutti Gaia, Guè e Tony Effe: «Eppure mi piacerebbe vedere del buon cantautorato sul podio - continua - Lucio Corsi, Joan Thiele, Brunori Sas». Mentre in «fuorilegge» lei cita Mia Martini e «Almeno tu nell'Universo»: «Una canzone che mi ha segnato perché mi ci ritrovo a soffrire per amore e nostalgia, a crogiolarmi in brani struggenti. Poi me la cantava la mia mamma (scomparsa nel 2017, ndr.), è un bel ricordo anche per quello. La vera sorpresa, però, sarà vedermi così sciolta su un brano così difficile: porto una canzone vocalmente impegnativa, ma me la godo tutta mentre la canto». Chi la segue con costanza percepisce questa nuova serenità, sicuramente maggiore rispetto allo scorso anno, che l'ha vista in un fittissimo tour da maggio a novembre: «Sono un'altra persona. Mentre in studio mi apro, piango, durante i primi concerti sentivo che era troppo difficile esprimere alcune cose. Poi ho capito che le stesse emozioni le provavano anche le persone che venivano ad ascoltarmi, e oggi non ho più paura a mostrarmi fragile». Una felicità che si dedica come augurio: «Ho tanti desideri, sicuramente, mi piacerebbe cantare al Madison Square Garden, desidero che la mia famiglia sia in salute, arrivare musicalmente come artista a più persone possibili. Ma ho capito che il più grande di tutti è essere felice, serena». Un augurio che le facciamo anche noi, col cuore.

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