Venerdì 05 Settembre 2025 | 23:31

Dai Radio Lausberg a Rai 3, la musica di Giuseppe Oliveto fa il giro del mondo

 
Bianca Chiriatti

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Bianca Chiriatti

Dai Radio Lausberg a Rai 3, la musica di Giuseppe Oliveto fa il giro del mondo

Impegnato con la band, che cresce sulle orme della Bandabardò (è prodotta artisticamente da Finaz), e da solo all'interno del programma La biblioteca dei Sentimenti, in onda il sabato pomeriggio

Lunedì 21 Ottobre 2024, 12:38

12:58

Dalla Basilicata, precisamente da Viggianello (Pz), ai palchi di tutto il mondo e perfino in tv, su Rai 3. La storia di Giuseppe Oliveto, musicista e docente di musica, leader e cantante del progetto etnico-folk Radio Lausberg (recupera la tradizione calabro-lucana dell'Area Lausberg nato nel 2015), ogni sabato pomeriggio fa capolino nel programma «La biblioteca dei sentimenti», in onda, appunto, su Rai 3. La «Gazzetta» lo ha intercettato per scoprire qualcosa in più su questo impegno televisivo solista, e sul percorso musicale con il gruppo, che ha pubblicato un Ep uscito a giugno, «Akusticose Elettriche vol.1» (la produzione artistica è di Finaz, Alessandro Finazzo, della Bandabardò), e sta lavorando a un disco in uscita prossimamente.

Partiamo dalla tv, in cosa consiste il suo coinvolgimento nel programma?

«È una trasmissione che parla di libri, di come i sentimenti e la lettura nutrono l'anima: io con la mia fisarmonica accompagno gli interventi poetici, e poi sintetizzo il tema di giornata in un brano. Stanno nascendo vere e proprie "canzoni da biblioteca", approfondire ogni tema mi aiuta anche nella scrittura».

Lo scorso giugno è uscito l'Ep dei Radio Lausberg (oltre a cantare suona organetto, fisarmonica e piano), per Salty Music Records, con la produzione di Finaz.

«Ha preso le redini e l'eredità artistica di "Erriquez", Enrico Greppi, sempre della Bandabardò, che ci ha guidati dal 2017 al 2021, prima della sua scomparsa. Sono quattro brani inediti ed è un'anticipazione dell'album che invece conterrà ben nove brani originali. Canzoni sincere, dirette, che raccontano l’oggi, le paure, le speranze, una riflessione su ciò che siamo, che unisce la musica popolare alla modernità. E lo si capisce anche dal titolo, "Akusticose Elettriche", sonorità che convivono in maniera sperimentale, ma senza esagerare».

Quanto c'è del territorio lucano nel vostro modo di arrangiare i brani?

«Moltissimo, e anche nel modo di eseguirli. Utilizziamo fisarmonica, organetto, zampogna, cerchiamo di costuire un legame con la terra e raccontare un po' la vita quotidiana che viviamo nei nostri paesi. È bello perché io stesso ormai vivo e insegno a Lodi, e tutto ciò ci aiuta a far coesistere l'elemento etnico-culturale con quello contemporaneo».

Oltre a tante date in Italia, siete ormai di casa in Canada: che esperienza è stata per voi portare la vostra musica oltreoceano?

«Stare in tour è quasi una necessità, girare facendo concerti è sempre un'esperienza nuova, riscoprirsi perché un live non è mai esattamente identico a quello precedente. Questo è stato il nostro quarto ritorno in Canada, si è creata una comunità di pubblico che ci segue, ci accoglie, ci vuole bene, ci sentiamo a casa sia con gli italiani, sia con i canadesi stessi». 

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