Sabato 06 Settembre 2025 | 15:19

«Al Sud resto me stesso», parola di Clementino. Il 28 giugno il concerto a Bisceglie

 
Bianca Chiriatti

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Bianca Chiriatti

«Al Sud resto me stesso», parola di Clementino. Il 28 giugno il concerto a Bisceglie

Prima data del Rush Summer Festival: «Sono più maturo. A 42 anni l’unico confronto è con me stesso. Grato alla vita, cerco di non lamentarmi mai»

Giovedì 20 Giugno 2024, 11:03

«A Roma e a Milano ci vado per lavorare, ma ho capito che se devo stare fermo e scoprire chi sono, devo vivere nella terra che mi ha cresciuto, frequentare il mio bar di fiducia». Dalla sua Nola, nel Napoletano, Clementino venerdì 28 giugno sarà in Puglia, a Bisceglie, sul waterfront in zona porto turistico, per il primo appuntamento del Rush Summer Festival.

Un concerto che rientra nel nutrito cartellone organizzato da Gs23Eventi e Rush Eventi (fino ad agosto previsti Pfm, Andrea Sannino, Nino Frassica, Massimo Ranieri e Loredana Bertè, tra Bisceglie e Trani) e che vedrà l’artista e rapper campano esibirsi in uno spettacolo a tutto tondo, accompagnato dalla band e da una crew di ballerini di break dance. In scaletta tutti i tormentoni che hanno scandito la sua carriera, dal primo singolo ufficiale «O’ Vient», a «Cos cos cos», «Quando sono lontano» e tante altre hit.

Ha cominciato come idolo dei giovanissimi, poi l’esperienza in tv come giudice di The Voice. Il suo pubblico negli ultimi tempi è cambiato?

«Direi più che si è allargato. Da tre o quattro anni oltre ai ragazzi vengono ai miei concerti anche i genitori. È un orgoglio per me, perché sono in giro con una band straordinaria. Nello show ho cercato di mettere insieme la mia forza rap con quella teatrale: ci sono le hit, i freestyle, ma ho aggiunto cover come “Don Raffaè”, o anche “Maria Maria” di Santana e “Another brick in the wall” dei Pink Floyd. È la ricetta perfetta per accontentare tutti i tipi di pubblico, dalla signora al ragazzino. E per noi non è un sacrificio suonare due o tre canzoni in più: quando finisce il concerto mi devono quasi tirare giù dal palco».

Un’evoluzione notevole.

«Se penso che fino a qualche anno fa andavo sul palcoscenico solo col dj. Invece questa band è pazzesca, arrivano tutti dal conservatorio, il cantante ha una forza travolgente, qualsiasi cosa facciamo la costruiamo con grande eccellenza e impegno costante».

La sua carriera dura da tanto tempo. Chi è oggi Clementino?

«Il percorso è stato lungo e unico, mi sono ritrovato a passare dall’animazione nei villaggi, al rap, alla tv e ai teatri. Ho 42 anni, non posso certo confrontarmi né con i rapper, né con altri attori o animatori, l’unico paragone è con me stesso. Oggi sono alla ricerca di un equilibrio, mi sento più maturo: non faccio tardi la sera, vado a dormire alle 22 e la mattina alle 6 mi sveglio per fare meditazione, palestra, corso di inglese, freestyle, così da dedicare il pomeriggio al lavoro. Mi sento produttivo, ho viaggiato tantissimo, nell’ultimo anno ho visitato Kenya, Norvegia, Costa Rica, sono stato tanto in giro da solo, ho letto circa trenta libri, Oscar Wilde, Jules Verne. Cerco di migliorare me stesso».

Nell’esperienza in tv ha avuto a che fare anche con i bambini. Immaginiamo le chiedano tanti consigli, ma lei invece cosa ha imparato da loro?

«A essere grato per quello che ho. Li osservo, hanno il sogno di diventare cantanti, ricordo com’ero da piccolo, volevo fare rap. Oggi ho raggiunto quel traguardo e allora non posso lamentarmi, devo essere grato per tutte le possibilità che la vita mi ha dato. Il mondo ti porta troppo facilmente a parlar male degli altri, a non essere riconoscente, tutto ciò nuoce, ci impedisce di conquistare degli obiettivi perché siamo troppo occupati a piangerci addosso. È una cosa che entra a far parte di te e non ti fa raggiungere il tuo focus».

L’estate sarà piena di concerti. Poi che progetti ci sono?

«Fino a settembre sarò sul palco, poi c’è di nuovo un ciclo di The Voice che mi aspetta. Vorrei avere il tempo di pubblicare un nuovo album, ma forse è meglio così per ora. Ne escono talmente tanti che non posso buttarmi semplicemente nel mezzo. A quarant’anni non fai un disco per dire che sai fare le rime, ti devi raccontare. Se dici la verità, non sbagli mai».

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