È uscito da poche ore il nuovo disco di Carolina Bubbico dal titolo «Il dono dell’ubiquità» (Sun Village Recordsc con il sostegno di Puglia Sounds Records e la distribuzione di Ird). A distanza di cinque anni dal precedente album, la musicista leccese mette in campo il terzo lavoro discografico che sintetizza le sue anime differenti di cantante, pianista, arrangiatrice e direttrice d’orchestra, esperienze maturate con la partecipazione a festival e esibizioni in club prestigiosi, tra cui i Blue Note di Milano, Tokyo e Pechino, e la partecipazione a Sanremo 2015 in veste di arrangiatrice e direttrice d’orchestra per Il Volo, vincitori tra i Big e per Serena Brancale tra le giovani proposte. Stasera alle 18.30 Carolina Bubbico incontrerà il pubblico nell’auditorium del Museo Castromediano a Lecce per lo showcase di presentazione di questo nuovo album di inediti, quindici brani, tutti in lingua italiana, tranne «Voyage». Il dialogo sarà con Eraldo Martucci e Bianca Chiriatti.
«Il dono dell’ubiquità» è realizzato con il supporto artistico e tecnico di Filippo Bubbico, in veste anche di produttore, e raccoglie i frutti delle numerose collaborazioni avviate nel corso degli anni dalla sorella Carolina. Molti gli artisti coinvolti nell’album Baba Sissoko, Michael Mayo, Abdissa Assefa, Simon Moullier, Redi Hasa, Sud Sound System, Speaker Cenzou, Serena Brancale, Davide Shorty, Rachele Andrioli, Nando Di Modugno, Giovanni Chirico, Clara Calignano, Antonio De Marianis, Manu Funk, Morris Pellizzari, Paco Carrieri, oltre ai compagni di sempre Luca Alemanno, Federico Pecoraro e Dario Congedo
Si tratta di un album transmusicale, una vera e propria esplorazione tra l’acustico e l’elettronico, ballabili groove, canzoni intime e sonorità world che evocano frammenti autobiografici e temi universali, attraverso personaggi reali e immaginari. Nel title track Carolina canta: «È una questione di probabilità. È una questione di capacità. Non voglio scegliere se istinto o razionalità. Lasciatemi essere quello che mi va». E il suo manifesto? «In un certo senso sì - risponde -. Con questo disco dichiaro la mia ubiquità musicale, la mia libertà di danzare senza paura cercando un fil rouge che corrisponde alla mia cifra stilistica, seguendo sempre l’istinto che mi ha sempre guidato anche verso i passi falsi, quelli più utili.
«Italianità» è il brano a più voci in cui intervengono i dialetti degli amici musicisti...
«È un brano per me molto importante per un duplice motivo: è un invito a mantenere viva la nostra identità con la lingua, il nostro biglietto da visita, ed è un segnale forte per guardarsi intorno, collaborare fuori dall’individualismo sfrenato, è l’affermazione della coralità della musica che arriva allo stesso linguaggio pur mantenendo le singole individualità».
La sua esperienza di direttore d’orchestra è stata fondamentale per la registrazione di questo album «in differita».
«Ho confezionato questo disco in maniera inedita. Oltre al mio gruppo storico, Luca Alemanno, Federico Pecoraro e Dario Congedo, ho invitato a collaborare tanti musicisti che stimo, scegliendo i brani giusti per la loro sensibilità mentre la registrazione è avvenuta in modalità home studio: ciascuno di loro ha registrato individualmente il brano ma pur seguendo linee guida ben precise, nelle tracce si percepisce quella spontaneità di quando si suona da soli. A me il compito di coordinare tutti i contributi per renderli un progetto unitario».
Cantante, pianista, arrangiatrice e direttrice d’orchestra. Se lei dovesse scegliere uno di questi interessi?
«Adesso sceglierei di essere compositrice per quella libertà creativa di dire ciò che sento, di rimaneggiare la musica che ascolto e di essere io stessa performer di ciò che scrivo».
Ingresso libero con prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento posti. Info 329.4123339, info@workinproduzioni.it.