TARANTO - Palloncini rossoblù levati in cielo e lo slogan “Taranto libera”, colonna sonora del movimento ambientalista anti Ilva, hanno di fatto concluso i funerali di Massimo Battista. Oltre un migliaio di persone, infatti, ha partecipato all'ultimo saluto del consigliere comunale ecologista e tra i fondatori del comitato dei cittadini e lavoratori “Liberi e pensanti”.
E proprio l'Apecar, il treruote simbolo del movimento ambientalista, ha portato in processione il feretro di Battista, partendo dal Parco archeologico delle Mure Greche ovvero dal luogo in cui, ogni anno, si tiene il concerto dell'”Uno Maggio libero e pensante”. Che ha nell'attore e regista tarantino, Michele Riondino (presente ai funerali), uno degli ideatori e organizzatori.
E così, tutti i tasselli della vita di Massimo Battista (la musica, il tifo per il Taranto Fc, la lotta contro l'inquinamento, la passione per la politica e l'impegno civile e infine il mondo del lavoro) erano oggi pomeriggio con lui. Nell'omelia, don Ciro Alabrese, parroco della Concattedrale Gran Madre di Dio ha ricordato il grande impegno verso Taranto del consigliere comunale morto a 51 anni, nella notte tra domenica e lunedì scorso, a causa di un tumore.
Ed è stato proprio don Alabrese a cogliere il drammatico paradosso di chi “ha lottato per un ambiente migliore ed è morto sconfitto dal grande male”. Alla fine, grande commozione in chiesa per una lettera scritta al padre appena defunto e letta da Rosy (gli altri figli si chiamano Giovanni e Benedetta). “Papi, sei il mio gigante buono. Hai fatto tanto bene a questa città”.