TARANTO - San Giuseppe protegge i lavoratori, coccola i papà e unisce i popoli. Accade a San Marzano, paese albanofono della provincia di Taranto che ha aggiunto San Giuseppe al suo nome dal 1866, quando un nubifragio devastò il centro abitato e le campagne e fu deciso di accendere un grande falò in onore di San Giuseppe (“Zjar i Madhe” che in lingua Arbereshe di San Marzano significa fuoco grande).
Quest'anno per il giorno della festa patronale, in piazza Milite Ignoto e in corso Umberto, sono state allestite le tradizionali «mattre» (tavole dei poveri in arbereshe) ed una - su proposta di Gregorio Talò, è stata curata da palestinesi e ucraini.
Un bel segnale di integrazione e distensione tra popoli, molto importante in questo periodo di crescenti conflittualità tra Stati. Il progetto Sai di San Marzano è attivo dal 2017 e accoglie nuclei familiari e monoparentali tra i quali ci sono appunto una famiglia palestinese e una ucraina.
Nella mattra multietnica c'erano Pechyvo po -domashnʹomu, biscotti tradizionali ucraini, Pane pita e falafel, un piatto palestinese con polpette vegetariane a base di ceci accompagnati da un'installazione tipica.