Bari - Eccolo, il prossimo, imminente regalo della Puglia in «zona gialla»: il museo e l'area archeologica di Santa Scolastica verranno restituiti ai baresi, più belli e più «ricchi» di prima. Ancora: gli imponenti lavori di completamento, restauro e valorizzazione rientrano in un progetto più ampio e articolato per il museo che fu istituito dalla deputazione Provinciale nel 1875 come un piccolo nucleo di reperti raccolti dal professor Nitto De Rossi nell’ istituto Tecnico di Bari. Al pubblico, il museo fu aperto nel 1890 nella sede del palazzo Ateneo dove è rimasto sino all’anno 2000. E nel 2001 le collezioni sono state trasferite nel complesso di Santa Scolastica, nel cuore della città vecchia, imponente struttura militare difensiva del XVI secolo che rappresenta la porta d’ingresso a Barivecchia.
L’ultimo tramezzo è stato demolito i primi di aprile ed ha rappresentato il passaggio per l’apertura della nuova esposizione permanente del museo archeologico di Bari. Un lavoro congiunto che ha visto l’impegno di Città metropolitana, Segretariato Regionale del ministero della Cultura per la Puglia e Soprintendenza archeologica Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana per un museo che già custodisce una ampia ed articolata collezione archeologica preistorica, greca, latina, bizantina, medievale e moderna. Mercoledì il sindaco Antonio Decaro e il segretario regionale del ministero della Cultura per la Puglia, Maria Piccarreta, alla presenza del consigliere metropolitano delegato a Cultura, Musei, Biblioteca, Francesca Pietroforte, hanno firmato il verbale di consegna.
Il prossimo passo, dunque, è l’allestimento delle vetrine con i reperti che raccontano la storia della Terra di Bari, perché, dopo molti anni, la città ritrovi un luogo ricco di fascino e di cultura. Il progetto ha dunque previsto la destinazione del museo archeologico, di proprietà della Città metropolitana di Bari, negli spazi dell’ex Convento. Intanto è stato completato l’allestimento del percorso di visita al piano terra e al primo piano. I lavori, tempo due settimane saranno finiti. Poi si procederà con l’allestimento delle vetrine, cominciato ieri come si vede dalle foto. Dal nuovo ingresso su via Venezia, si accede al Museo accolti da una nuova reception corredata di book shop. Attraversando il vasto parlatorio del convento, che ha mantenuto l’originaria pavimentazione in selciato, si accede alle nuove sezioni espositive del Museo. La sala 1 a piano terra, «Iapigi e greci nella Puglia antica», ospita tre distinte sezioni, rispettivamente dedicate alle tre culture indigene attestate nella Puglia antica, quella peucezia, quella messapica e quella daunia.
La sala 2, sempre a piano terra, è dedicata alla «collezione Polese»: espone una selezione dei materiali un tempo esposti nel grande salone del museo archeologico a palazzo Ateneo e che appartengono ai vecchi fondi del Museo. La collezione Polese, acquistata dal museo nel 1925, è composta da circa 2000 pezzi in gran parte rinvenuti durante i lavori di costruzione della linea ferroviaria Bari-Taranto, soprattutto nella città di Bari e nella zona di Monte Sannace, a Gioia del Colle. Due ampie sale, la 1 e la 2 al primo piano, sono dedicate alla «Preistoria e protostoria della Puglia centrale». La sala 3 del primo piano è dedicata ai Peucezi, antiche genti di Puglia: dal VII al III sec.a.C. ossia sino agli esordi della romanizzazione. Il piano superiore sarà un cantiere aperto al quale verrà consentita la fruibilità del visitatore.