MANFREDONIA (FOGGIA) - Grande commozione questo pomeriggio nella cattedrale di Manfredonia dove si sono svolti i funerali dei due bambini di 6 e 7 anni annegati in un vascone per l’irrigazione a pochi metri dal podere in cui risiedevano con la famiglia in contrada Fonterosa tra Manfredonia e Zapponeta.
La cerimonia funebre, prevista per le 16, è iniziata in ritardo perchè la giovane madre è stata colta da un malore in chiesa. La messa è stata officiata dal vescovo della diocesi di Manfredonia, Vieste, San Giovanni Rotondo padre Franco Moscone.
«Il dolore della famiglia è troppo forte. Non possono tornare a vivere in quel podere - ha detto Moscone - le istituzioni trovino per questa famiglia una nuova abitazione».
Nella Cattedrale erano presenti le autorità civili e militari della provincia di Foggia, tra cui il sindaco di Manfredonia Gianni Rotice, il Questore Ferdinando Rossi e rappresentanti istituzionali. Oggi a Manfredonia è lutto cittadino.
Ma il dolore corre parallelo alle indagini, che puntano ad accertare eventuali responsabilità penali per la morte dei due bimbi.
Le attività per ricostruire esattamente cosa sia accaduto sono ancora in corso ma c'è già un indagato nell’inchiesta per omicidio colposo aperta dalla Procura di Foggia. È il proprietario dell’azienda agricola accusato - spiegano dalla procura - di omessa custodia e vigilanza dei luoghi dai quali si accede allo specchio d’acqua.
In pratica non avrebbe vigilato sullo stato della proprietà e della recinzione del vascone. Intorno al bacino artificiale vi è una recinzione ma in un punto
vi è un buco. Proprio dal quel foro, stando alla ricostruzione di chi indaga, potrebbero essere passati i due fratellini per fare il bagno nel vascone.
La Procura non ha ritenuto necessario disporre l’autopsia sui due corpi poiché gli accertamenti medico legali non fornivano elementi idonei per formulare ipotesi diverse dall’annegamento.
Secondo la ricostruzione effettuata dagli investigatori, «l'area dove insiste la vasca di raccolta acqua posizionata a circa venti metri dall’abitazione, seppur recintata, in più punti presentava aperture che consentivano un facile accesso».