Mercoledì 22 Ottobre 2025 | 13:34

Bari ricorda la strage di Capaci, nel 33mo anniversario la cerimonia nel giardino Peppino Impastato

Bari ricorda la strage di Capaci, nel 33mo anniversario la cerimonia nel giardino Peppino Impastato

 
Redazione online

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A Catino: inaugurata anche la nuova area attrezzata a verde. Il sindaco Vito Leccese: «Non abbassare mai la testa» .

Venerdì 23 Maggio 2025, 14:50

18:51

BARI - Anche Bari oggi ha ricordato la strage di Capaci, nella quale 33 anni fa persero la vita Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Le celebrazioni sono cominciate nel giardino dedicato a Peppino Impastato, nel quartiere Catino.

Presente, fra gli altri, il sindaco Vito Leccese che ha inaugurato lo spazio pubblico dopo 30 anni, «un tempo troppo lungo - ha detto - per realizzare luoghi di socialità e di aggregazione dei quali oggi c'è più che mai bisogno nelle nostre città».
Poi il sindaco ha ricordato l’insegnamento di Falcone: «Solo lavorando insieme istituzioni, scuole, associazioni, parrocchie e comitati cittadini, scegliendo di non abbassare la testa di fronte alla violenza e alle logiche criminali, potremo sconfiggere la mafia e gli atteggiamenti mafiosi».

Le celebrazioni sono proseguite nel quartiere Santa Rita con la deposizione di una corona di alloro nell’aiuola dove è ubicata la targa «Per non dimenticare» di fronte al giardino Pertini, e più tardi in via Falcone e Borsellino e al giardino Francesca Morvillo.

Alle 17.57 del pomeriggio, ora esatta della strage, l’amministrazione comunale ha voluto ricordare il tragico episodio con la deposizione di una corona di fiori sulla facciata di Palazzo di Città. 

In apertura della cerimonia, cui hanno partecipato il sindaco Vito Leccese e le autorità locali, è stato osservato un minuto di silenzio accompagnato dalle note de “Il silenzio”.

“Ricordare il sacrificio delle donne e degli uomini del nostro Paese che hanno dedicato la propria vita al servizio dello Stato, difendendo quotidianamente i valori e i principi fissati nella nostra Costituzione, è un dovere morale e, insieme, un omaggio alla memoria e alla nostra comune storia - ha dichiarato il sindaco Vito Leccese -. Il 23 maggio del 1992 la strage di Capaci (e 50 giorni dopo la strage di via D’Amelio) ha segnato un prima e dopo, portando l’attacco della mafia al cuore stesso dello Stato. Con l’omicidio del giudice Giovanni Falcone, del magistrato sua moglie Francesca Morvillo, degli agenti della scorta Rocco di Cillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro, si è tentato di sferrare un colpo mortale all’ordinamento democratico del nostro Paese. Ma ciò che è accaduto dopo, è stato un movimento di risorgimento civile e morale che ha attraversato l’Italia da nord a sud camminando sulle gambe dei cittadini e delle cittadine del nostro Paese, senza alcuna distinzione, cambiando per sempre la percezione di cosa siano le mafie e quale ruolo possa e debba avere la cosiddetta società civile nel contrasto alle logiche mafiose.

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