Sabato 06 Settembre 2025 | 11:30

Cina, la mostra evento di Carlos Solito con i siti Unesco di Puglia e Basilicata

 
Michele Pacciano

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Michele Pacciano

Il fotografo pugliese Carlos Solito, attingendo anche alla sua poliedrica attività di scrittore regista e giornalista, autore di romanzi e documentari, ha disceso l'Italia in lungo e in largo

Lunedì 08 Maggio 2023, 18:47

La vera pace, quella che da interiore diventa collettiva e condivisa, si nutre di bellezza. Solo il bello può costruire ponti e creare un dialogo duraturo tra le persone, i luoghi e le cose, catturando l'essenza di quanto ci succede intorno e trasformandola in una reale forza per il cambiamento, di cui siamo tutti parte. Partendo da questa intima convinzione, il fotografo pugliese Carlos Solito, attingendo anche alla sua poliedrica attività di scrittore regista e giornalista, autore di romanzi e documentari, ha disceso l'Italia in lungo e in largo, dalle Dolomiti alla Sicilia, affidando all'obiettivo e alla macchina fotografica, la riscoperta di quei borghi, città, paesi, campagne e montagne che l'Unesco ha dichiarato patrimonio mondiale dell'umanità.

È nata da qui, da questo itinerario del cuore, l'idea della mostra "Dateci Pace", un progetto fortemente voluta dal Ministero della Cultura italiano, un viaggio onirico, reale ed effettuale, che si articola in più di 200 opere e 66 gigantografie, allestito dal 20 aprile al 20 maggio al China International Museum, lungo le montagne blu, nel Parco Nazionale di Zhangjiajie (nella provincia del Hunan), nell'ambito della prima edizione del Festival Biennale Patrimonio Mondiale Unesco 2023 Italia-Cina. Un evento a cura dei China Museu International, in collaborazione con il Ministero della Cultura Cinese il Consolato Generale d’Italia a Guangzhou, e gli alti patrocini del Ministero della Cultura Italiano e dell’Unesco, a cui hanno aderito Paesi e istituzioni da tutto il mondo per celebrare il cinquantesimo anniversario della lista dei Siti Patrimonio Mondiale dell’Umanità. “Condividere e scambiare, conservare e tramandare” - questo il titolo della Biennale, si muove su armonie, convivenze e confronti sotto l’universale dialogo della bellezza, configurando alleanze culturali e artistiche per continuare a preservare, proteggere e tutelare l’eredità culturale e naturale di luoghi unici e diversi del nostro pianeta da trasmettere alle generazioni future in quanto insostituibili fonti di vita e ispirazione. Articolato in un ciclo di incontri e grandi mostre fotografiche - allestite indoor e outdoor - a firma dei più importanti fotografi internazionali, l’evento contemplerà momenti di riflessione e confronto per accogliere esperienze e racconti tra i siti cinesi del Patrimonio Mondiale dell’Umanità e il resto del mondo, ma anche approfondimenti all’arte dell’immagine con corsi di formazione e conferenze.

A riflettere sulla ricchezza dei tesori italiani registrati nella World Heritage List ci saranno, col titolo “Identità e tempo”, i linguaggi artistici contemporanei di cinque rinomati fotografi - diversi fra loro - del panorama nazionale: Carlos Solito, Luigi Spina, Luca Capuano, Mario Ferrara, Marco Introini. Articolata negli spazi urbani e carsici della città di Zhangjiajie, nella primordiale e scenografica cornice delle cosiddette “montagne fluttuanti” - tra le quali James Cameron ha ambientato i colossal hollywoodiani Avatar e Avatar, la via dell’acqua - la mostra è un’inedita selezione di fotografie dell’incredibile ricchezza dei 58 beni culturali e naturali del Bel Paese che, tra l’altro, detiene il maggior numero di siti nella lista del Patrimonio Mondiale dell'umanità. In questo ambito, il giramondo pugliese Solito propone la propria sintesi del paesaggio dalle Alpi al Mediterraneo, dai monti Pallidi alla Costiera Amalfitana, dai Sassi di Matera alle caverne sacre del Gargano, dai vulcani delle isole Eolie alla bizzarra geologia della Sardegna. Un dialogo tra Uomo e Creato, arte e luce, storia e grandezza, pietre e colori, ombre e silenzi. Nobile semplicità e quieta essenza della natura, arte e sapienza frutto di un’intima riflessione estetica, filosofica e letteraria che accarezza i Patrimoni Mondiali dell’Umanità italiani. . Un viaggio ideale per contemplare ed esplorare l’emozione della pace e, soprattutto nell’odierno scorgere delle tragedie, un appello alla bellezza della vita. Questo è quello che fa l'Arte, questo è il messaggio che Carlos Solito intende veicolare con tutta la forza creativa possibile delle sue immagini del nostro Paese, perché per attraversare il buio - come scriveva Nietzsche - bisogna donarsi lietezza, calma, piacere, bellezza.

Tra i ritratti paesaggistici della mostra, che sarà itinerante in altre città e musei della Cina, la Puglia, terra d'origine di Solito, nato a Grottaglie, in provincia di Taranto, ha un posto del tutto particolare se non preminente. La millenaria arte dei muretti a secco che, qua e là, impreziosisce l'altipiano della Murgia che, dal Gargano al Salento tesse un intricato ricamo roccioso tra masserie, centri storici tinti con latte di calce, ulivi millenari e chiese rupestri come a Lama d’Antico a Fasano, in provincia di Brindisi. Senza dimenticare i siti Unesco di Monte Sant’Angelo col Santuario di San Michele Arcangelo e la Foresta Umbra, Castel del Monte ad Andria e i Trulli di Alberobello.

Nell’universo montuoso dell’Appennino il racconto fotografico continua con la transumanza - che modella le relazioni tra persone, animali ed ecosistemi - in Basilicata, Irpinia e Tavoliere delle Puglie. In questo particolare momento, venato da un dramma incombente, da echi di guerra sempre più vicini, sembra dirci Solito nell'intensità dei suoi scatti, neanche la scelta della Cina appare casuale, nel solco di quella diplomazia parallela, che passa dall'incontro dell'uomo con l'uomo, in cui, su fronti diversi, l'Italia e la Repubblica Popolare del Fiore di mezzo, come la Cina, chiama se stessa, potrebbero giocare un ruolo importante. Dallo Hunan, infatti, non arrivano in Puglia, solo i ricchi turisti cinesi, che si stanno comprando l'Africa pezzo per pezzo, ma anche i tantissimi immigrati con gli occhi a mandorla, che dormono negli scantinati nei magazzini clandestini, che affollano le nostre città e che fingiamo di non vedere. Anche una mostra di alto livello culturale, può servire ad esplorare queste realtà. Forse.

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