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I migranti di Borgo Mezzanone scendono in piazza: «Salvini aiuta noi africani»

 
Massimo Levantaci (Foto Maizzi)

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Massimo Levantaci (Foto Maizzi)

Circa 400 migranti protestano e chiedono di poter lavorare: «siamo persone pacifiche».

Lunedì 06 Maggio 2019, 09:46

17:28

FOGGIA -  «Siamo stanchi di essere pagati 3 euro all’ora» e «Basta al razzismo» sono alcuni degli slogan scanditi al megafono dai circa 100 braccianti agricoli stranieri, in gran parte africani, che stanno per sfilare in corteo a Foggia per rivendicare migliori condizioni di vita. Alla manifestazione, organizzata dal collettivo 'Campagne in lotta', partecipano i braccianti che vivono a Borgo Mezzanone, a pochi chilometri da Foggia, nella baraccopoli abusiva sorta accanto al Centro richiedenti asilo.
«Vogliamo i documenti», «Vogliamo un lavoro e una vita normale», dicono i migranti.

Il corteo dei circa 400 braccianti stranieri che stanno manifestando per rivendicare «migliori condizioni di vita» e una paga giornaliera più dignitosa, è appena giunto davanti alla prefettura di Foggia. Ad attendere i manifestanti ci sono numerosi uomini delle forze di polizia, molti dei quali in tenuta antisommossa.
A quanto si apprende, una delegazione di migranti potrebbe essere ricevuta dal prefetto di Foggia, Massimo Mariani.

«Salvini, per favore aiuta noi africani. Aiutaci a trovare un lavoro e ad avere i documenti, questa non è vita». È quanto chiede al ministro dell’Interno, Matteo Salvini, uno dei tanti migranti che questa mattina partecipa alla marcia di protesta a Foggia.
«Vivo in una baracca a Borgo Mezzanone da cinque anni. Non ho né una casa, né un contratto di lavoro» - afferma un altro bracciante.

«Siamo i vostri operai, stiamo lavorando nelle vostre campagne. Senza di noi non potete mangiare asparagi, pomodoro e carciofi. Siamo molto importati per le campagne» - racconta un altro manifestante -. «Al Cara di Foggia - interviene un altro africano - tutti abbiamo i documenti validi per sei mesi. Chiediamo il rinnovo per due anni o cinque anni. Se otteniamo i documenti noi riusciamo a trovare un lavoro, possiamo affittare le case. Senza documenti noi non valiamo niente. Noi siamo africani e lavoriamo per voi. Dobbiamo aiutarci a vicenda».

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