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Carta Canta, salviamo il nostro mare: la pesca è in difficoltà

Carta Canta, salviamo il nostro mare: la pesca è in difficoltà

 
Andrea Capurso - Vincenzo Dolciamore - Sonia Misurelli - Penelope Morand - Martina Piscitelli – Zoe Venneri  - Classe 1° D  I.C. “Bosco-Buonarroti” - Giovinazzo

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Andrea Capurso - Vincenzo Dolciamore - Sonia Misurelli - Penelope Morand - Martina Piscitelli – Zoe Venneri - Classe 1° D I.C. “Bosco-Buonarroti” - Giovinazzo

Giovinazzo, i pesci diminuiscono sempre di più

Martedì 02 Maggio 2023, 12:32

Ecco i primi elaborati realizzati dai ragazzi delle scuole pugliesi nell'ambito di «Carta Canta. Ecologia + Economia a Scuola», iniziativa realizzata da Confindustria Bari e BAT, Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia Ambito Territoriale di Bari Ufficio III, Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Puglia, EDIME – Società editrice del Mezzogiorno srl, con il sostegno della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bari e con la collaborazione di 48 edicole del territorio.

SALVIAMO IL NOSTRO MARE: LA PESCA E’ IN DIFFICOLTA’

Giovinazzo, i pesci diminuiscono sempre di più.

In questi ultimi tempi, a Giovinazzo, c’è stato un forte aumento
dell’inquinamento del mare. E’emerso, infatti, dalla voce stessa dei
pescatori intervistati, che il settore ittico è ormai in crisi, e dunque in forte
calo a causa dello spopolamento delle specie marine, dovuto a concimi,
pesticidi e sostanze chimiche. Gli stessi hanno affermato che prima
pescavano all’incirca 40\45 pesci mentre adesso sono arrivati a pescarne
20\25, ovvero la metà. Durante l’intervista, anche le persone del posto
hanno voluto esprimere la propria opinione a riguardo affermando che
quando erano ragazzi erano soliti andare a pesca in apnea nelle acque
limpide di Giovinazzo, ricche di ricci, polipi granchi e pelose.
Quando si butta della plastica nel mare i microplastici in essa contenuti, si
dissolvono nel mare, intossicando flora e fauna marina e anche quello che
mangiamo.
L'equivalente di un camion pieno di plastica finisce negli oceani,
diventando un pericolo per tartarughe, uccelli, pesci, balene e delfini.
Infatti 700 le vittime tra le specie a rischio perché scambiano la plastica
per cibo e muoiono per soffocamento o indigestione.
Dall’oceano antartico fino alle coste asiatiche, il viaggio della plastica
tocca interi continenti, dalla produzione allo smaltimento. La plastica sta
letteralmente invadendo il mare, in assenza di leggi mirate e di
comportamenti responsabili delle imprese, che continuano ancora oggi ad
inondarci di prodotti monouso, pur sapendo che il riciclo da solo non
basta. A ciò si aggiunge la forte presenza di rifiuti galleggianti o
abbandonati sulle spiagge: involucri, imballaggi, bottiglie, presenti nel
mare o sulle nostre spiagge, attrezzi da pesca, come le cassette in
polistirolo usate per conservare il pescato, o le reti tubolari in cui vengono
allevate le cozze che finiscono sulle nostre tavole.
Tutti questi manufatti in plastica derivano dalla trasformazione di gas
fossile e petrolio, il cui sfruttamento è tra le principali cause

dell’emergenza climatica in corso. Inoltre la plastica è destinata a
triplicarsi entro il 2050. Essa è dannosa ancora prima di entrare in
commercio: il 99% viene prodotta da petrolio e gas fossile e inquina in
ogni fase del ciclo di vita, dalla produzione all'incenerimento minacciando
anche il clima e la stessa salute. 
Inoltre se dispersa in natura si degrada in tempi estremamente lunghi.
Per difendere un bene comune e prezioso come il mare, fonte di vita per
animali straordinari e comunità locali, è assolutamente necessaria una
riduzione nella vendita e produzione di plastica usa e getta da parte delle
grandi multinazionali del food e beverage, insieme ad una severa
regolamentazione del settore. L’inquinamento da plastica è come un
iceberg: degli 8 milioni di tonnellate che ogni anno finiscono in mare, solo
una minima parte è visibile. Il resto è composto da microplastiche:
frammenti minuscoli, che hanno invaso e contaminato tutto il Pianeta.
Si generano dai rifiuti in decomposizione, ma si trovano anche nei
detersivi, cosmetici, vernici e tanti altri prodotti dove sono legalmente
usate. Alla domanda su come salvaguardare il nostro mare e la nostra cara
Giovinazzo i pescatori hanno risposto che è necessario l’aiuto di tutti,
grandi e piccoli. Sicuramente se la raccolta differenziata per
lo smaltimento dei rifiuti verrà fatta sempre in modo mirato, le emissioni
di gas serra, gli sprechi e lo sfruttamento delle materie prime si riduranno
notevolmente. Ma è con il minimo utilizzo della plastica e delle sostanze
inquinanti, che sarà possibile rispettare la natura, il mare, e dunque l’intero
Pianeta del quale noi stessi stiamo diventando gli esecutori materiali della
sua distruzione.

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