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Carta Canta: Giovinazzo, la città dritta nel sole

Carta Canta: Giovinazzo, la città dritta nel sole

 
Gli alunni delle classi 5^C – 5^D del plesso Don Saverio Bavaro dell’Istituto Bavaro Marconi Giovinazzo

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Gli alunni delle classi 5^C – 5^D del plesso Don Saverio Bavaro dell’Istituto Bavaro Marconi Giovinazzo

Una meta turistica scelta da molti viaggiatori, incantati dal piccolo porto e dal borgo antico, in cui le stradine e piccole chiese la fanno da padrone

Martedì 02 Maggio 2023, 09:51

Ecco i primi elaborati realizzati dai ragazzi delle scuole pugliesi nell'ambito di «Carta Canta. Ecologia + Economia a Scuola», iniziativa realizzata da Confindustria Bari e BAT, Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia Ambito Territoriale di Bari Ufficio III, Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Puglia, EDIME – Società editrice del Mezzogiorno srl, con il sostegno della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bari e con la collaborazione di 48 edicole del territorio. 

Affacciata sul mare è un piccolo gioiello a nord di Bari

La città dritta nel sole

Giovinazzo – Una meta turistica scelta da molti viaggiatori, incantati dal piccolo porto e dal borgo antico, in cui le stradine e piccole chiese la fanno da padrone.

Che Giovinazzo sia un posto speciale lo si capisce già in aereo. Quando il
Boeing vira sull’Adriatico convergendo verso destra per l’atterraggio a
Palese appare protesa tra il cielo azzurro ed il mareblu, una sottile striscia
bianca, cui due torri segnano la fine.
Giovinazzo piace o delude? Non possedendo una vocazione turistica
strutturata nella storia, a causa della costa stretta e rocciosa, non ha
sviluppato tutto quanto ci si attende da una città balneare. Esplorando a
piedi le vie che portano al centro s’incrociano gruppi familiari che
celebrano il tempo socializzando e parlando assieme, ridendo e litigando;
sempre a voce alta, come si usa qui. Apparentemente non sembrano
interessarsi al “forestiero”, ma invece, di sottecchi lo studiano e ben lo
inquadrano. Questa atmosfera di “strapaese” dà comunque un senso di
serenità, di un tempo che scorre lento senza impicci, di calore familiare.
Vivere il sole dà estrema cordialità a questa gente e rende facile
socializzare assieme. Mentre giri e rigiri per il paese, improvvisamente,
arriva un incontro inimmaginabile per la dimensione urbana; dietro un
angolo e davanti ai tuoi occhi si apre una piazza immensa, un campo di
calcio in pietra con in mezzo una fontana bronzea dalle suggestive
sfumature e di impareggiabile bellezza. Così capisci che questo è il cuore
della città, lento di giorno ma rapido e “caliente” di sera. Vedere scorrere i
fiotti dei tritoni fa lo stesso effetto di un miraggio nel deserto; Giovinazzo è
lì che scorre come il sangue che dà energia.
L’austera facciata di San Domenico non incuriosisce troppo il visitatore, che
subito nota a sud, sulla sinistra, l’inizio del centro storico della città. Allora
affretti il passo e ti getti in quel dedalo di case e viuzze, carezzato dalla
brezza. Nel gioco fatale di luci ed ombre, create dalla pietra bianca, con
cui sono erette dimore e chiese, con stupende bifore campanarie di stile
spagnolo, l’immaginazione si perde, osservando strani stemmi. Angolo dopo
angolo, giungi alla cattedrale, con le sue due torri simmetriche, una tronca
ed una classica, gettata sul mare come a proteggere pescatori e marinai,

ma con l’ingresso rivolto all’entroterra, forse per difenderlo dai danni del
tempo, del sale e del vento. È la chiesa di Santa Maria Assunta la Cattedrale
di Giovinazzo, voluta da una principessa angioina ... Constance
d’Hauteville, sul finire del XII secolo. Nell’interno la chiesa conserva, tra le
bellissime opere di arte religiosa, un grande crocifisso ligneo e una icona
bizantina della Madonna di Corsignano. L’immagine, o quanto resta dopo i
danni di un incendio, è custodita in una preziosa edicola d'argento vecchio
con incrostazioni d'oro e policromata di smalti. Quando il sole sembra dar
tregua e si accinge ad iniziare il suo riposo notturno, arrivi all’angolo della
cattedrale, una piccola finestra sul porticciolo. Lì un’immagine fiabesca si
apre davanti agli occhi. Un sole d’oro che s’immerge nel mare al tramonto ,
la silhouette nera di una barca che, lenta, torna a riva. Non è un’immagine
da “cartolina illustrata”, è un colpo diretto all’anima, un’intensa emozione
proprio mentre, la faccia ancora dritta nel sole, ti accingi ad accogliere una
fresca nottata. Il sole cala e il mare oscura. Il porticciolo culla le poche,
piccole barche colorate presenti sotto il bastione (detto “uTammurr”).
Arriva la sera e si popola la piazza, a gruppetti. Si espandono sempre di più
man mano che il tempo passa, tutti regolarmente per fasce: gli anziani sulle
panchine, le famiglie a passeggio, i ragazzi e i giovani a gruppi che
sciamano a sinuose curve irregolari. È un andirivieni festoso di sorrisi e
richiami, di chiacchiere prima di cena.
La città in agosto si trasforma in una bolgia di gente, non solo con il ritorno
degli emigrati per la festa della Patrona, ma anche con numerose presenze
straniere.
Mattia (Siani) nel film Benvenuti al Sud diceva: Quando vieni al Sud piangi
due volte, sia quando arrivi, sia quando te ne vai. Ebbene chi visita la
nostra città Giovinazzo lascia il cuore...con la faccia dritta nel sole.
Giovinazzo Piace.

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