BARI - Un park and ride «alternativo» proprio alle spalle della stazioncina del quartiere Santa Rita. Un posto tranquillo dove accatastare motorini di losca provenienza, in attesa che squadre di meccanici e carrozzieri specializzati vengano a smontarli, alimentando così il mercato parallelo dei pezzi di ricambio. C’è anche questo nelle campagne immediatamente limitrofe ai quartieri periferici della città, una situazione insostenibile che si nutre di incuria ed illegalità diffusa e che permette il fiorire di discariche abusive.
«Quando ci siamo trovati di fronte tanti motorini abbandonati, abbiamo capito subito di aver individuato il luogo dello scambio per merce rubata o destinata alla rottamazione – spiegano i referenti della Guardie ambientali d’Italia -. Abbiamo immediatamente allertato le Forze dell’ordine che sono arrivate con una pattuglia e preso in carico i mezzi. Continueremo a monitorare la zona per verificare se il fenomeno si riproporrà o se almeno saranno costretti a spostarsi».
Benvenuti tra le amene campagne del Municipio 4 dove farsi una passeggiata può non essere una buona idea. «Un anno fa lanciammo l’allarme per i tanti rifiuti abbandonati illegalmente, in special modo l’indomani dell’avvio del sistema di raccolta porta a porta – spiegano i volontari Gadit che cercano di garantire un minimo di vigilanza -, ma oggi è ancora peggio.
C’è capitato di intercettare furgoni che sversavano di tutto, da materiale di risulta edile a mobilio, in qualche caso abbiamo anche rischiato di essere investiti da questi mezzi che si allontanavano in velocità. E il problema non è solo il Municipio 4, ormai “il lancio del sacchetto” soffoca le aree di sosta di statali e complanari, mentre gli svuotacantine abusivi devastano scorci di campagne bellissime. I cumuli di divani, elettrodomestici, porte crescono. Di tanto in tanto qualcuno da fuoco a questi cumuli, aggiungendo danno a danno. A farne le spese l’ambiente e i residenti delle zone limitrofe, obbligati a respirare fumi tossici e non essere liberi neanche di una passeggiata in campagna».
Quello che manca è un minimo di vigilanza che garantisce l’impunità. «Ci rendiamo conto che non è pensabile pretendere una sentinella ogni cento metri, ma se ci fossero più associazioni attive, magari si eviterebbe almeno qualcuno di questi comportamenti - sottolineano i volontari -. Ormai a garantire un minimo di servizi di pattuglia nelle periferie agricole periurbane siamo rimasti noi e i colleghi di Anuu migratoristi Area metropolitana di Bari con Gens Nova».