Sabato 06 Settembre 2025 | 06:42

Anno giudiziario, a Bari i magistrati sventolano la Costituzione in segno di protesta. Rossi: «Vogliono indebolire la democrazia»

 
Redazione online (foto e video Donato Fasano)

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Redazione online (foto e video Donato Fasano)

I togati fuori dall'aula mentre parla Sisto in rappresentanza del governo. Il regalo della corrente di sinistra: un paio di dadi al viceministro

Sabato 25 Gennaio 2025, 10:38

15:35

BARI - Coccarde tricolori sulla toga, Costituzione alzata al cielo durante l’esecuzione dell’inno nazionale, cartelli con una frase di Pietro Calamandrei: «In questa Costituzione (...) c'è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato. Questa (...) non è una carta morta (...), è un testamento, un testamento di centomila morti. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità (...) lì è nata la Costituzione». Questa la protesta organizzata dai magistrati del distretto della Corte d’Appello di Bari per l’inaugurazione dell’anno giudiziario, tutt'ora in corso nell’aula magna del palazzo di giustizia di piazza Enrico De Nicola, contro la riforma della giustizia.
«Questa riforma intacca l’equilibrio tra poteri a discapito del controllo di legalità e ha lo scopo di minare le garanzie dei cittadini. Oggi chiediamo un confronto e chiediamo di essere ascoltati perché sul disegno di riforma possa esserci un confronto col Governo», ha detto Antonella Cafagna, presidente della giunta esecutiva dell’Anm di Bari. 

''Questa non è una protesta dei magistrati, questa è una manifestazione a favore dei cittadini. Stiamo tentando di far comprendere che queste riforme costituzionali sono contro la democrazia e contro i cittadini. Pensiamo, ad esempio, all'idea che un organo costituzionale che serve per la tutela dell'indipendenza dei magistrati sia non eletto ma sorteggiato''. Così il procuratore capo di Bari, Roberto Rossi, a margine dell'inaugurazione dell'anno giudiziario. ''E' una riforma - ha sottolineato - che indebolisce notevolmente la magistratura nel suo complesso e insieme alle altre riforme hanno un significato per impedire che i magistrati siano, come doveroso e come in democrazia, controllori degli altri poteri''. La Costituzione e le coccarde tricolori per protestare contro le politiche del governo sulla giustizia. 

''Quando si dice che contro lo strapotere bisogna fare questa riforma, l'idea non è separare le carriere ma di impedire questo cosiddetto strapotere mediante un controllo del potere esecutivo che sarà immediatamente dopo. Nelle stesse parole del ministro c'è quello che verrà fatto dopo''. Così il procuratore di Bari, Roberto Rossi, a margine dell'inaugurazione dell'anno giudiziario, rispondendo ai cronisti. ''Noi li moltiplichiamo i fascicoli - ha aggiunto, commentando le parole di Nordio sui pm superpoliziotti - per tutelare i cittadini di fronte alla criminalità organizzata, lavoriamo giorno e notte per evitare che questa soggioghi determinati territori. Moltiplichiamo i fascicoli per impedire che funzionari e imprenditori con manovre illecite e con corruzioni sottraggono i soldi ai cittadini. Moltiplichiamo i fascicoli per evitare che associazioni criminali rubino case e auto. Per questo dico sempre, per favore lasciateci lavorare''.

"Siamo di fronte a una protesta contro la legge, se vogliamo proprio sintetizzare, per carità con molto garbo ma anche con molta tenacia. Vanno rispettate tutte le scelte: questa scelta mi sembra un po' eccessiva rispetto a quelli che sono i ruoli che la democrazia ci impone di avere nelle istituzioni". Lo ha detto il vice ministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, parlando con i giornalisti a Bari prima dell'inizio della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario in riferimento alla protesta preannunciata dei magistrati.

«Il ministro Nordio parla di pm superpotenti, che hanno un potere che non ha eguali nell’Ue. Ma propone, con la riforma, un pm che diventerà ancora più potente e autoreferenziale, con un Csm esclusivamente ritagliato su di lui, che sarà arbitro delle carriere dei pm e dell’esercizio dell’azione penale. Per ridimensionare la figura del pm lo si rende autonomo e autoreferenziale, bisognerà poi metterlo sotto un controllo esterno che non potrà essere che il controllo politico. Questo ridurrà il rischio di indagini sgradite alla politica, vero obiettivo di questa riforma costituzionale». Così a Bari il segretario dell’Anm Casciaro.

"Proprio perché conosciamo l’importanza dell’attuale assetto costituzionale dei poteri, siamo preoccupati dalla prospettata riforma costituzionale della magistratura. Quella in discussione in Parlamento, lo diciamo col rispetto dovuto alla più alta tra le Istituzioni della democrazia, non è una riforma pensata per migliorare la giustizia, ma solo per indebolire la magistratura". Lo ha detto il presidente della Corte d'Appello di Bari, Francesco Cassano, nel suo discorso che ha aperto l'inaugurazione dell'anno giudiziario del distretto di Corte di Appello che comprende i tribunali del capoluogo di Trani e di Foggia. Prendiamo atto che la separazione delle carriere è stata approvata da un ramo del Parlamento, ma già oggi, con la riforma Cartabia, la separazione è nei fatti, dal momento che è consentito un solo passaggio di funzioni, da giudicante a p.m. o viceversa, nel corso della carriera del magistrato. Peraltro, il numero elevatissimo delle assoluzioni - ha aggiunto Cassano - dimostra che non c’è alcuna connivenza tra giudici e p.m., e per vero mai prima d’ora alcuno aveva messo in dubbio l’imparzialità dei giudici".

L'aula abbandonata mentre parla Sisto

Prima dell’inizio del discorso del viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, i magistrati presenti in Corte d’Appello di Bari per l’inaugurazione dell’anno giudiziario hanno lasciato l’aula in segno di protesta. La protesta era stata annunciata dall’Anm.

«Quando ci si allontana non si dialoga, quando si esce si viene meno al confronto. Allontanarsi e non ascoltare» crea «un difetto di contraddittorio». "Allontanarsi è prendersela con il Parlamento e quindi con gli italiani». Così il viceministro alla giustizia, Francesco Paolo Sisto, rispondendo alla protesta dei magistrati che hanno abbandonato l’aula prima del suo discorso.
«La separazione delle carriere era nel nostro programma di Governo, non è una riforma contro nessuno, la nostra unica preoccupazione sono i cittadini», ha detto poi a margine, relativamente alla riforma della giustizia. «Non tocchiamo l'autonomia e l’indipendenza, il pm rimarrà autonomo e indipendente, non si tocca l’obbligatorietà dell’azione penale. Siamo di fronte a una scelta legittima e democratica, assunta secondo i parametri» previsti dalla Costituzione.
«L'articolo 101 della Costituzione - ha detto ancora Sisto - dice che i magistrati sono soggetti soltanto alla legge, e non è un principio solo virtuale, io ritengo che siamo di fronte a una protesta contro la legge». Rispondendo al presidente della Corte d’Appello Cassano, che aveva sottolineato come «nessuna maggioranza è per sempre», Sisto ha poi risposto: «È vero, le maggioranze non sono per sempre, per fortuna. Ma la maggioranza che viene eletta ha il dovere di realizzare i programmi»

Il siparietto tra Zaccaro e Sisto: Giochiamo la giustizia ai dadi

Un paio di dadi consegnati al viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, dal magistrato Giovanni Zaccaro, ex componente del Csm e segretario nazionale del sindacato Area. Il siparietto si è svolto a Bari a margine della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario. Zaccaro ha regalato due dadi a Sisto: "Visto che vi affidate al sorteggio (per i componenti laici e togati dei due Consigli superiori della magistratura, ndr), le ho comprato un regalo, così giochiamo ai dadi della giustizia italiana: niente più studio per gli avvocati e i magistrati, motivazione, giochiamocela cosi'". Sisto ha risposto con una battuta: "Con i dadi è meglio se ci fai il brodo".

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