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Bari, in via Sparano la protesta silenziosa pro Palestina delle donne in nero

 
Redazione online

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Cassonetti dell'immondizia sigillati dall'Amiu per il corteo previsto oggi in città

Sabato 30 Marzo 2024, 11:30

12:49

BARI - Da mesi, tutti i sabati, davanti alla chiesa di San Ferdinando in via Sparano a Bari, va avanti la protesta silenziosa delle donne in nero pro Palestina. Una forma di manifestazione comune nei paesi arabi, in cui le donne restano per ore ferme, immobili, senza parlare.

Non è la sola iniziativa pro-Palestina prevista per oggi: questo pomeriggio in città si snoderà un corteo a cura del Tavolo di coordinamento No G7: si partirà da piazza Diaz per il lungomare Di Crollalanza, poi largo Adua, via Cognetti, corso Cavour, via Imbriani e via Calefati, dove ha sede il Consolato israeliano. E su disposizione della Questura, Amiu Puglia ha sigillato alcune postazioni di bidoni della spazzatura, per motivi di sicurezza e ordine pubblico.

Scenderanno in strada a Bari dalle quattro del pomeriggio di oggi per dire «basta al genocidio del popolo palestinese e denunciare i rapporti di collaborazione e connivenza di diverse istituzioni pugliesi, civili e militari, con Israele». «Abbiamo scelto di manifestare il 30 marzo perché si celebra la giornata della Terra, ritenuta importantissima da tutto il mondo palestinese», aggiungono gli organizzatori.

«Siamo fiduciosi nel lavoro delle forze dell’ordine e sappiamo che le autorità preposte faranno sempre il massimo a tutela del consolato e di tutta la città di Bari», dichiara Luigi Desantis, console di Israele a Bari, evidenziando che «il diritto a manifestare è sancito dalla Costituzione e non si può che non essere d’accordo nello svolgimento di una manifestazione». «Il tema - precisa - è come lo si fa, perché è bene che si seguano le regole del rispetto e della convivenza pacifica evitando che sia l’occasione per qualcuno di infiltrarsi e incitare all’odio razziale o nei confronti di uno Stato». I manifestanti chiedono anche lo stop alle collaborazioni tra gli atenei italiani e israeliani: nei giorni scorsi ci sono stati presidi e occupazioni contro il bando Maeci. «Noi pensiamo che dal confronto tra pensieri differenti nascano le migliori e le più belle collaborazioni», sottolinea il console evidenziando che «le università sono i luoghi di confronto e pacifica convivenza da sempre».

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