Una mela al giorno
Comprendere una notizia sulla salute: ci riesce solo meno di un cittadino europeo su due
Comprendere una notizia sulla salute: ci riesce solo meno di un cittadino europeo su due. Un giovane su tre non distingue una fonte affidabile da una fake news secondo la ricerca di “ European Health Literacy Survey ” (2025) promossa dalla Commissione Europea. Dove si nasconde l’inghippo? La formazione alla comunicazione sanitaria rimane una lacuna strutturale anche nei percorsi accademici di medici e operatori. Ed allora, chiudiamo “bottega”, visto l’ inutilità di ogni comunicazione, vista la sua incomprensibilità per più della metà delle persone? I ricercatori sottolineano che “l’integrazione sistematica della comunicazione e dell’alfabetizzazione sanitaria nei curricula è urgente”, perché la capacità di dialogare in modo efficace con il pubblico è ormai parte integrante della qualità della cura. Tentar non nuoce e vi si impegna WHIN – Web Health Information Network che ha organizzato “Le parole per dirlo”, il primo laboratorio: un momento di confronto e co-progettazione per ripensare come comunichiamo la salute ed inaugura il Forum Permanente sulla Comunicazione Medico-Scientifica, un percorso pensato per far dialogare giornalisti, comunicatori, clinici, associazioni, istituzioni e aziende farmaceutiche sulle nuove sfide della divulgazione sanitaria. Parlare di salute non è mai neutro. Termini come prevenzione, tumore, obesità o vaccini non solo veicolano contenuti scientifici, ma anche emozioni, paure e significati culturali. Proprio su questo si concentra il laboratorio “Le parole per dirlo”, che riunisce esperti ed esperte da ambiti diversi della comunicazione e della salute per riflettere su come rendere il linguaggio medico più accessibile e inclusivo.
A partire dalle evidenze della European Health Literacy Survey, che segnala livelli di comprensione sanitaria ancora bassi in tutta Europa, WHIN (supporto non condizionante di Lilly e Merck) vuole accendere i riflettori – una missione di lungo periodo - su un nodo cruciale: la distanza tra chi comunica e chi riceve il messaggio. E lo ha fatto distribuendo a un gruppo di giornalisti, comunicatori e professionisti del settore medico- scientifico, un questionario (tra gli altri, il prof. Pier Luigi Lopalco dell’Università del Salento) su “Le parole difficili della comunicazione sulla salute”- L’obiettivo è raccogliere le percezioni su quali termini risultano più complessi da comunicare e perché. Il questionario, anonimo, analizza dieci parole chiave (tra cui tumore, salute mentale, malattie rare e fertilità), valutandone il grado di difficoltà e le barriere percepite: lessicali, emotive o culturali. I risultati verranno poi elaborati e diventeranno la base per la creazione di un glossario WHIN, con definizioni chiare e suggerimenti di uso. Raccontare bene la salute è già parte della cura. Le parole sono il primo strumento di prossimità tra scienza e cittadino, e imparare a usarle meglio significa migliorare la qualità della relazione e della prevenzione”. Anche la comunicazione medico- paziente è in crisi. La medicina, in quanto pratica, è cambiata e spiegare i fatti patologici e gli interventi terapeutici si sono evoluti nel tempo mentre - dice il prof. Sandro Spinsanti - rapporto e comportamenti tradizionali tra ‘buon’ medico e ‘buon’ paziente sono rimasti i medesimi e stabile è rimasta la relazione considerata auspicabile… e quel rapporto è entrato in fibrillazione e si è rapidamente sfaldato. La transizione verso i nuovi modelli è ancora in corso; mentre la teorizzazione è solida, la pratica fa fatica ad adeguarsi. Adeguarsi fa d’uopo.