Una mela al giorno
Ictus cerebrale, in agguato il lunedì mattina: servono soccorsi immediati e prevenzione
Novità: l’arteterapia contro i disturbi postumi della parola
A Sanremo, quest’anno, un brano poetico in musica ha ricordato una madre colpita 10 anni fa da ictus (emorragico) cerebrale esitato in coma per poi risvegliarsi “ma non essere più la stessa”.
L’ictus cerebrale è patologia causata da improvvisa chiusura o rottura di un vaso cerebrale causa di morte di cellule del cervello dovuto a mancanza dell’ossigeno e dei nutrimenti portati dal sangue (ischemia) oppure a compressione da parte di sangue fuoriuscito da un “buco” verificati osi nella parete di un vaso sanguigno (emorragia cerebrale).
È terza causa di morte e prima per disabilità. In Italia, 185.000 casi/anno. Causa prima dell’85% dei casi: chiusura di un’arteria cerebrale che impedisce il passaggio del sangue che, di conseguenza, giunge in modo non sufficiente ad una parte del cervello che va in anossia fino a morirne (ischemia).
Nell’ ambito della ricerca “storica” (studio Framingham) è emerso che episodi di ictus (un terzo delle emorragie cerebrali) si sono verificati di lunedì più di ogni altro giorno della settimana, specie in soggetti maschi in attività di lavoro.
A chiudere l’arteria, è un coagulo (trombo) o coaguli partiti specie da cuore o grosse arterie del collo (emboli) già colpite da aterosclerosi (embolia cerebrale).
L’emorragia è improvvisa rottura di un’arteria cerebrale (galeotta, l’ipertensione arteriosa) il cui sangue inonda la parte vicina di cervello le cui cellule vi “annegano”. Causa: ipertensione, aterosclerosi, difetti congeniti della coagulazione) o sopravvenuti (pillola contraccettiva, ecc.) e la permanenza di un piccolo foro (ovale non chiudo alla nascita) tra i 2 atri del cuore.
Episodio ’improvviso, con sintomi, che, a volte, scompaiono in breve (TIA, attacco ischemico transitorio) ma, analogo segno d’allarme da non sottovalutare. Il ricorso immediato al struttura sanitaria è vitale.
Per la prevenzione: controlli periodici di pressione arteriosa, ritmo cardiaco, aterosclerosi (colesterolo, trigliceridi, ecc.), glicemia; siile di vita alimentare (dieta mediterranea parca), non sedentarietà, controllo dello stress.
Se l’ictus si verifica in un’area del cervello che controlla la parola, la persona colpita può avere incapacità o difficoltà nel produrre e comprendere parole o anche di lettura e/o scrittura.
Per alcuni, difficoltà di linguaggio possono durare nel tempo. In questa fase cronica, le persone spesso non ricevono più un trattamento riabilitativo/logopedico, e si perdono per esclusione sociale.
“L'afasia è disturbo del linguaggio che può coinvolgere espressione, comprensione, scrittura, gesti e che si manifesta nel 21-38% dei casi ed è prima fonte di disabilità.
Di recente, sperimentata l’arte-terapia dello spettacolo (canto, teatro) integrata con gli interventi di logopedia “tradizionale”: opzione terapeutica che facilita l'interazione umana e il benessere emotivo” (Drssa Lucilla Vestito, logopedista, referente teatro-terapia per A.L.I.Ce. Liguria Odv.).
Revisione OMS 2019, su 3000 studi, rileva efficacia dell’arte terapia in prevenzione/promozione della salute.
LaNorth American Drama Therapy Association, suggerisce “i processi drammatici per indurre cambiamenti emotivi/comportamentali. L’approccio fornisce opportunità di sperimentare modalità di comunicazione alternative(gesti, mimica, espressione corporea. Potenziare abilità cognitive e pragmatiche, di incoraggiare l’interazione sociale e ridurre l’isolamento... la teatro-terapia è una parte fondamentale della guarigione e del processo terapeutico… aumenta comprensione, migliora autostima e capacità comunicativa, capacità sociali e relazionali e alleviaansia, stress, depressione post ictus” (A.Vianello, presidente A.L.I.Ce. Italia, Associazione Lotta all’Ictus Cerebrale).