Il girovita misura il rischio cardiovascolare. Le prove scientifiche sono in un nuovo studio condotto dal gruppo di ricerca del professor Antonio Moschetta del Dipartimento Interdisciplinare di Medicina dell’Università di Bari che identifica l’obesità addominale come fattore predittivo cruciale. La ricerca, pubblicata sulla rivista Cardiovascular Diabetology, propone un significativo cambio di prospettiva monitorando la distribuzione del grasso corporeo, in particolare l’accumulo di tessuto adiposo viscerale nella zona addominale. Questo metodo risulterebbe più efficace dei tradizionali strumenti che tengono conto di comuni fattori di rischio come assetto lipidico, indice di massa corporea e fumo, soprattutto per quei soggetti con rischio residuo nonostante gli attuali strumenti di screening.
Il team ha seguito oltre 700 adulti, con età media di 57 anni, per un periodo superiore a otto anni, registrando più di 120 eventi cardiovascolari maggiori (infarto, ictus e morte per eventi cardiovascolari). I risultati hanno rivelato come molti dei pazienti coinvolti, pur rientrando nelle categorie a basso o moderato rischio secondo i punteggi convenzionali, abbiano comunque sviluppato eventi cardiovascolari. Il comune denominatore sarebbe la marcata obesità addominale...
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