Trapianti di organi: rivoluzione-innovazione epocale sino alla previsione che, almeno per cuore, polmoni e fegato, presto non dovrebbero esserci più liste di attesa. Il marchingegno- illustrato in conferenza a Roma - è rappresentato da un sistema che protegge la capacità dell’organo da trapiantare, una volta asportato, di superare i limiti che la conservazione a freddo (refrigerazione necessaria) gli causa fino a renderlo irrecuperabile. Capita, purtroppo, che gli organi prelevati dal donatore (defunto), se posti – come ora indispensabile – in contenitori termici con ghiaccio, restino vitali e, quindi, utilizzabili, solo per un periodo di tempo limitato.
Gli organi, cioè, privati dell’apporto di sangue ”vivo e vitalizzante” per un periodo di tempo necessariamente prolungato (tempi di trasporto e di approntamento della procedura) provoca danni permanenti agli organi stessi rendendoli irrecuperabili anche perché non c’è modo di saggiarne la vitalità con rischio di 30-35% di complicazioni post-trapianto. Su questo “calvario” muoiono le speranze – dice il prof. Marco Shiavon, direttore centro trapianto del polmone del policlinico dell’ università di Padova – di ben 7-8 trapianti su 10. Nel nostro Centro, questa procedura ha permesso, nel 2023, un aumento del numero di trapianti, riducendo i temi di attesa e, quindi, la mortalità collegata”.
“Ogni organo donato e non utilizzato – dice il dott. Wateed Hassansin, CEO di TransMedic, che ha concepito e messo a punto la tecnologia “Organ Care System” (già approvata dalla FDA, organismo di controllo Usa), che, appunto, consente d mantenere gli organi donati “in una condizione parafisiologica, cioè caldi quanto basta, perfusi e funzionanti, e permette, anche, di verificarne preventivamene la vitalità (e, quindi, il successo del trapianto), di aumentare nettamente il numero degli organi trapiantabili e, in definitiva, di salvare più vite umane. Una innovazione – questa – con la quale è possibile conseguire una percentuale di utilizzo degli organi, dopo morte cardiaca o cerebrale, superiore all’80% e, per il fegato - dice il prof. Umberto Cillo (Centro Trapianti, università Padova) . potrebbe raggiungere il 90%. All’auspicio del moderatore, dott. Marcello Portesi, che la procedura si estenda in Italia e il Parlamento la patrocini, il sen. Massimiliano Romeo ha assicurato che la procedura è già avviata.