BARI - Una lettrice (F.d.G. di Trani), affetta da “mieloma multiplo” ci ha chiesto di “scrivere di questa malattia e di denunciare che i malati, destinati a morire presto, sono costretti a spendere gli ultimi soldi per curarsi… un appello estremo”.
Il Mieloma Multiplo è un tumore maligno delle plasmacellule, cioè le cellule che, in condizioni normali, fabbricano gli anticorpi. In Italia si contano circa 5.600 nuovi casi per anno che si verificano, quasi sempre in over 55 anni. Al di sotto, meno di 1 caso per ogni 199mila abitanti. La malattia presenta alti e bassi e si stima che, dopo circa 6 anni non risponda più al trattamento mentre si osserva che essendo colpiti diversi organi, il paziente ne subisce le conseguenze nel lungo periodo. La sopravvivenza dei colpiti dal mieloma che – dice il prof. Mario Boccadoro, Università di Torino – tuttora è considerato incurabile, è cambiata negli ultimi 5-10 facendo registrare aumenti da tre a cinque volte. I pazienti che abbiamo iniziato a curare 10 anni fa hanno sopravvivenze da 8 a 10 anni e le terapie sono ancora migliorate, con risposte complete dal 20 al 70%”. L’interessamento scheletrico (invasione da plasmacellule tumorali) di solito è molto diffuso con lesioni ossee, fratture e dolore specie a schiena, costole e anche, con pregiudizio dell’autonomia che diventa sempre più penalizzata. ”I soggetti spesso presentano problemi renali, indebolimento del sistema immunitario (immunocompromissione), debolezza e confusione mentale. L’organismo malato produce grandi quantità di anticorpo monoclonale e riduce di molto la produzione di anticorpi difensivi normali e, spesso, le raccolte di plasmacellule tumorali progrediscono in tumori ossei. Le cellule tumorali secernono anche grandi quantità di sostanze che causano perdita ossea, più frequentemente a livello delle ossa pelviche, della colonna vertebrale, delle coste e del cranio. Il problema interessa anche – come evidenzia la lettrice – la componente economica (“tossicità finanziaria”) con difficoltà per i pazienti per chi li assiste. Da un’indagin promossa da AIL (Associaz. It. contro leucemie, linfomi e mieloma) in collaborazione con l’EMN ResearchItaly, Centre for Economic and International Studies and HTA e CEIS di Tor Vergata e contributo non condizionante di Sanofi e Takeda, risulta l’aggravio di spesa annuale per il singolo paziente di 2.000 euro per assistenza, farmaci e visite specialistiche. Il 53,1% di loro ed il 24,5% di chi li assiste hanno dovuto abbandonare il lavoro. Oltre 8.000 euro i costi dovuti a giornate di lavoro perse e ridotta capacità produttiva.