BARI - Elio e le Storie Tese giunsero secondi a Sanremo 96 con “La terra dei cachi”, noi, terra degli ulivi, siamo già primi nella gara dell’imbarazzo per una situazione che fa parlare tutta l’Italia. Da Decaro a Emiliano, tra consiglieri comunali vestiti da antichi romani e consiglieri regionali che dialogano con la mafia barese, tra impiegati che diventano direttori generali dopo una laurea telematica e voti comprati a 50 euro, capirci qualcosa non è facile. “Memento”, “Inception” e tutti i film di Nolan hanno trame più facili da comprendere.
C’è sempre la presunzione d’innocenza, e c’è già qualcuno che si è dichiarato innocente, altri che hanno messo la testa sotto la sabbia per evitare qualsiasi tipo di dichiarazione. Gli anni d’oro di Bari fra crescita turistica e trend positivo sembrano ormai un lontano ricordo, ma la città va avanti e i turisti che già affollano questa primavera sembrano preferire un panzerotto a dialoghi su inchieste e cronaca. L’ex premier Conte è arrivato ieri per dare un colpo di manna al cosiddetto campo largo, oggi la Schlein proverà a fargli cambiare idea.
Il centro destra nel frattempo gongola, e a due mesi dalle votazioni non ha tirato fuori ancora un candidato: ogni sera sono sul divano davanti alla tv con birra e patatine per godersi una lotta fratricida piuttosto che occuparsi del programma per il futuro di Bari. Come in una serie Netflix, questo “Squid Game” a eliminazione ha la magistratura al posto della bambola assassina: d’altronde le divise nella serie erano rosse e bianche. Sarà un caso?
“Bari è dei baresi” recitava un commosso sindaco pochi giorni fa. Ora è il momento del cambio di stagione negli armadi e delle pulizie di primavera.