Sabato 06 Settembre 2025 | 15:10

Speriamo vada male Sanremo

 
Francesco Donato

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Francesco Donato

Speriamo vada male Sanremo

È quello che vogliamo tutti ma non lo ammettiamo a noi stessi. Poi ti metti a letto, spegni la TV e il tuo subconscio ti regala le risposte

Venerdì 09 Febbraio 2024, 18:29

18:31

Speriamo vada male Sanremo. È quello che inconsciamente vogliamo tutti ma non ammettiamo a noi stessi. Uno share da record per la prima puntata, ospiti e musiche che scorrono di serata in serata, conduzione e circo mediatico da urlo, perdonando persino le poche ore di sonno e anche il fatto che il festival quest’anno finisca già dalla prima puntata in concomitanza con la sigla di Uno Mattina.

Tutti a giocare al fantasanremo, tutti a messaggiare su outfit da urlo e baci in salsa salentina. Ma manca qualcosa, e non parliamo della bellezza dei brani in concorso (anche se due anni fa su Blanco e Mahmood e lo scorso anno su Mengoni dal primo ascolto avresti puntato il reddito di cittadinanza o la pensione della nonna, quest’anno la vedo dura).

Guardi lo scorrere dei minuti, delle puntate, e avverti un vuoto: tutto colorato, tutto bello, tutto incredibilmente perfetto. Unico possibile neo la protesta dei trattori che minacciano di entrare a Sanremo se non verranno ascoltati: che non riesci a capire se sia più una protesta o voglia di portar via qualche cantante per un futuro più sicuro nel campo agricolo.

Poi ti metti a letto, spegni la tv, e il tuo subconscio ti regala le risposte: sogni il finto pancione del 1986 di Loredana Bertè, l’incursione di Cavallo Pazzo delirante che nel ’92 gridava “Questo concorso è truccato!”, la minaccia di suicidio del sig. Pino nel ’95 pronto a lanciarsi dalla galleria in diretta, Pippo Baudo in versione Avengers, la farfallina di Belen, la famiglia tradizionale italiana con 2 genitori eterosessuali e 16 figli, Bugo e Morgan. Capisci che ti manca tutto quello. Ma fortunatamente gli autori Rai, saggi, scaltri e lungimiranti, conoscono le nostre più profonde pulsioni emotive, le nostre debolezze, e ci regalano un momento di tv sensazionale come “Il ballo del qua qua” con John Travolta: momento epico, da mettere nella bacheca nei nostri ricordi subito dopo Bugo e Morgan, poco prima de “Il babà è una cosa seria” del ’89 di Marisa Laurito.

Per Russell Crowe, 24 ore dopo il “Traumavolta”, era come segnare un gol a porta vuota: troppo facile.

Guarderemo Sanremo fino a sabato notte, fra commenti, fantapunti e le nostre canzoni stonate senza autotune sotto la doccia. Ma almeno i nostri sogni, dopo “Il ballo del qua qua” di John Travolta, saranno tranquilli.

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Cosa c'è di meglio di un bel fritto misto all'italiana per fare il punto sugli argomenti più succulenti del momento? Detto fatto. Vi presentiamo "Fritto Misto" il nuovo video blog targato Gazzetta del Mezzogiorno e curato da Francesco Donato, presentatore, autore e attore comico pugliese che si autodefinisce un public speaker (si scrive cosi se ti vuoi pavoneggiare, no?). Ogni venerdì affronteremo insieme un argomento in trend topic raccontato con un pizzico di ironia e tanta sagacia. Insomma qui troverete di tutto un po'.

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