Giovedì 16 Ottobre 2025 | 12:20

Ferrovie, quei 35 km di binario unico che isolano la Puglia

Ferrovie, quei 35 km di binario unico che isolano la Puglia

 
Ferrovie, quei 35 km di binario unico che isolano la Puglia

Giovedì 28 Aprile 2011, 00:26

02 Febbraio 2016, 23:13

di FRANCO GIULIANO

BARI - Il destino della Puglia, ancora una volta, è legato al «binario che non c’è». Ieri a quei 150 km da Bari a Lecce; oggi a quei restanti 35 km, sempre di doppio binario mancante, tra Termoli (in Molise) e Lesina, sul territorio pugliese.

Cinquanta anni di battaglie (anche della Gazzetta) per realizzare il raddoppio ferroviario Bari-Lecce (150 km) che sarebbe servito - si è detto in questi anni - per velocizzare e migliorare il trasporto su ferro (passeggeri e merci) sulla intera direttrice ferroviaria Adriatica: da Lecce a Bologna 800 km) e, dunque, da e verso l’Europa. E invece no: dopo 50 anni, lungo la tratta Adriatica i treni che vanno su e giù ancora oggi devono fermarsi all'altezza di Termoli (se provengono da Nord) o alla stazione di Chieuti (quelli che arrivano da Sud) perchè in quel tratto la ferrovia realizzata nel lontano 1870 ha ancora un «binario unico», come nei vecchi film del Far West.

Mentre l'Italia viaggia oramai su comodi treni super-veloci, lungo i binari dell'Alta velocità (costo medio 5 milioni di euro a km), sulla linea ferroviaria che collega il Nord con il Sud (quello stesso Sud per il quale tutti governi dall’Unità d’Italia in poi hanno promesso interventi e sviluppo), i treni sono costretti a fermarsi per dare la precedenza ai convogli che arrivano in senso contrario.

Una storia fantozziana - è l’aspetto più incredibile - se non fosse per le ragioni che ostacolerebbero il progetto di raddoppio di quella restante bretella: i cespugli di macchia mediterranea. Per salvaguardare questo habitat naturale, Rfi, la società di progettazione delle Ferrovie dello Stato, da 8 anni non riesce a realizzare il previsto raddoppio di quei 35 km, da Termoli a Lesina, per i quali è previsto un investimento di «appena» 350 milioni di euro. A fronte, invece, di 1,5 miliardi di euro che bisognerebbe trovare se - come vorrebbe il ministero dell’Ambiente - si dovesse trasferire l’attuale tracciato (perchè troppo vicine alla macchia mediterranea) e affiancare il nuovo binario.

L’ipotesi prevista da Rfi prevederebbe, invece, l’affiancamento sul lato monte di un nuovo secondo binario che occuperebbe un ulteriore spazio di altri 6 metri, a fronte di un nuovo tracciato largo 60 metri (con le distanze di sicurezza previste) adiacente l’autostrada.

«Il paradosso - spiega l’assessore regionale ai Trasporti, Guglielmo Minervini - di questa storia è che la proposta avanzata dal ministero dell’Ambiente è un tracciato completamente diverso con un impatto di gran lunga più pesante e con oneri superiori a quelli previsti dalla soluzione proposta da Rfi. Una follia».

«Noi - aggiunge l’assessore - abbiamo espresso tutte le nostre pressioni possibili al ministero delle Infrastrutture affinchè svolga la sua funzione di arbitrato inducendo il ministero dell’Ambiente, in particolare il funzionario che si occupa di questo progetto, a rivedere la propria posizione. A questo si aggiunge la condizione di rischio dettato dalla prossimità della diga del Fortore che a causa delle periodiche inondazioni (l’ultima il 23 e 24 gennaio del 2011) e la devastazione della massicciata ferroviaria. Anche per questa ragione l’innalzamento dei binari e la realizzazione di canali di deflusso sottostanti metterebbe in sicurezza la ferrovia».

«Per la Puglia - conclude Minervini - si tratta di un’opera strategica sia perchè è allucinante che nel 2011 si viaggi ancora su binario unico, sulla dorsale considerata nevralgica dell’intera rete ferroviaria italiana e sia perchè in prospettiva la dorsale Adriatica con l’innalzamento della ferrovia all’altezza di Cattolica consentirà la sperimentazione e dell’”autostrada viaggiante” per il trasporto delle merci. Vuol dire che sui treni presto potranno viaggiare sia i cassoni dei tir, sia l’intera motrice del mezzo. Consentendo così alle merci che transitano dai nostri porti di giungere al centro dei mercati Europei in meno di 40 ore». Ecco perchè quel «binario» è indispensabile per lo sviluppo della regione. Dopo 50 anni ancora una volta la Puglia è bloccata da un binario. Non dall’Alta velocità che pure sarebbe ora di iniziare a pensare, ma da 35 chilometri di binario.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)